Maxi blitz della Guardia di Finanza di Torino in Piemonte, Lombardia e Calabria contro un’organizzazione di narco trafficanti che importavano cocaina dal Sud America per conto della ‘ndrangheta.
I finanzieri hanno eseguito questa mattina 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Nove sono finiti in manette tra province di Torino, Milano e Reggio Calabria e in Portogallo , con la collaborazione della polizia giudiziaria portoghese. Gli indagati sono in tutto 19 mentre ammontano a 415 i chilogrammi di cocaina sottoposti a sequestro, per un valore di mercato di 35 milioni di euro.
A coordinare le indagini la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Torino. L’organizzazione di narcotrafficanti aveva la sua base in provincia di Torino e ramificazioni nelle province di Milano e Reggio Calabria.
Numerose le perquisizioni che hanno portato al sequestro inoltre di 4 milioni di euro in denaro contante, sotterrarti nel giardino della lussuosa villa di famiglia del capo dei narco trafficanti a San Giusto Canavese (Torino ), di 26 Rolex e di gioielli e preziosi.
A finire nel mirino delle Fiamme Gialle torinesi è stato anche il patrimonio illecitamente accumulato da i singoli componenti del gruppo criminale .
Oltre alla villa di San Giusto, già oggetto di confisca, sono stati sottoposti a sequestro, in esecuzione di uno specifico provvedimento cautelare disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, 11 immobili, 33 conti correnti bancari , 15 autovetture , la totalità delle quote del capitale di 3 società e 4 complessi aziendali , in taluni casi intestati a parenti e prestanome, proprio per escluderne la riconducibilità agli indagati .
Secondo gli inquirenti al vertice dell’associazione a delinquere c’era un 57enne di origine calabrese, A.N., ma residente a San Giusto Canavese. L’uomo, tuttora latitante, organizzava con la moglie, i due figli e alcuni uomini di fiducia le importazioni di cocaina utilizzando container stivati a bordo di navi mercantili di solito in partenza o in transito dal Brasile. Arrestato a Lisbona, è stato rimesso in libertà in attesa della definizione delle procedure per la consegna dal Portogallo all’Italia ed è fuggito. Era già ricercato per una precedente condanna a 13 anni di reclusione per traffico internazionale di droga. Secondo la guardia di finanza le imbarcazioni con la cocaina, dopo aver toccato i porti dell’Africa e della Spagna, giungevano nel porto di Gioia Tauro (RC), dove alcuni membri dell’organizzazione, contigui alla famiglia di ndrangheta dei Pesce di Rosarno (RC), si occupavano del recupero del carico e del successivo frazionamento di ciascuna partita di droga (in genere, da 100 o 200 chili) tra le ‘ndrine operanti in Piemonte (locale di Volpiano), Lombardia (locale di Trezzano Sul Naviglio – Buccinasco) e Calabria (le famiglie di Platì e Rosarno).