Droga, riciclaggio e reati tributari. Arrestati vicini a cosche Facchineri e Feliciano

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Nelle prime ore dello scorso 8 marzo, appartenenti alle tre Forze di polizia della Provincia di Brescia (Questura-Squadra Mobile, Carabinieri-Nucleo Investigativo, G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza) hanno arrestato 9 persone, responsabili di reati tributari, fallimentari e di riciclaggio di denaro, nonché di traffico di sostanze stupefacenti, e sequestrato 100 immobili circa tra unità abitative, autorimesse, terreni, magazzini e fabbricati, oltre a società e valori, fino a concorrenza dell’importo di 12 milioni di euro, in esecuzione dello specifico provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, Cesare Bonamartini.

Sei dei soggetti arrestati sono stati portati in carcere, mentre per gli altri tre è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. I provvedimenti cautelari sono stati ordinati in relazione a indagini avviate e coordinate sin dall’ottobre del 2010 dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Brescia, Paolo Savio, le quali hanno consentito di ricostruire l’operatività di un sodalizio criminale, composto da cittadini italiani con dimora nel Bresciano, dedito alla gestione di aziende operanti nel settore edile che, nel periodo preso in considerazione, hanno consentito agli amministratori di fatto di accumulare ingenti disponibilità finanziarie, frutto di sistematica evasione fiscale.

In particolare, gli accertamenti iniziali, svolti in conseguenza del fallimento di una delle società edili in questione, hanno portato ad individuare due soggetti – gestori di fatto dell’azienda – i quali risultavano di estremo interesse investigativo, poiché già gravati da precedenti per traffico di stupefacenti, sequestro di persona, riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

I medesimi in passato sono stati oggetto di attenzione investigativa per contatti con affiliati a cosche della ndrangheta, in particolare quella dei “Facchineri” di Cittanova(RC) e quella dei “Feliciano” egemone ad Oppido Mamertina (RC), Frazione Messignadi.

A riprova dello spessore criminale basti sottilineare che il principale soggetto dell’attività investigativa in passato, unitamente ad altri, aveva trasferito reiteratamente su alcuni conti correnti somme di denaro provento dei delitti di bancarotta, usura, estorsione, truffa, traffico di stupefacenti, riciclaggio, commessi da accoliti della “Banda della Magliana”.

Attraverso le successive indagini, anche di natura tecnica, gli investigatori hanno avuto modo di portare alla luce una ramificata struttura di aziende (8 complessivamente), formalmente rappresentate da prestanome, ma di fatto tutte facenti capo e gestite dai due soggetti, le quali avevano partecipato a subappalti pubblici e privati nel Nord-Centro Italia: tra i lavori aggiudicati anche alcuni riguardanti la metropolitana di Brescia.

Omettendo con sistematicità la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e i versamenti contributivi e previdenziali per l’impiego dei dipendenti, con conseguente abbattimento del cuneo fiscale, le aziende oggetto di indagine avevano ottenuto i subappalti, anche di rilevanza pubblica, con costi tali da sbaragliare la concorrenza, al di fuori delle ordinarie leggi del mercato.

Le indagini bancarie svolte hanno consentito di individuare e tracciare i canali del riciclaggio dei profitti illecitamente conseguiti, per oltre 3 milioni di euro: il denaro veniva sia movimentato in contanti per milioni di euro, sia trasferito in Svizzera, attraverso l’utilizzazione di società “schermo” di San Marino, incaricate di effettuare operazioni bancarie a cura di sodali preposti all’attività di riciclaggio.

Nell’ambito delle attività investigativa è stato inoltre fermato un traffico di sostanze stupefacenti, con il sequestro di un chilo di cocaina a riscontro del reato, perpetrato da quattro persone.

Per quanto riguarda i sequestri disposti, riguardanti denaro e altri beni per un valore corrispondente a circa 12 milioni di euro, volti a ristorare il danno erariale cagionato, allo stato risultano effettivamente sequestrati beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie per circa 6 milioni di euro: più in dettaglio, si è proceduto al sequestro di quote del capitale di 4 società e del complesso di beni di 2 di esse (consistenti in 19 appartamenti, 20 autorimesse, 23 terreni, 3 magazzini, 2 fabbricati e 1 autovettura), 8 terreni, 6 appartamenti, 12 autorimesse e 2 autovetture intestati a persone fisiche e, disponibilità bancarie per oltre 270.000 euro.

I provvedimenti cautelari personali e reali sono stati eseguiti nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Milano, Mantova, Reggio Calabria e Vicenza. Da sottolineare il fatto che è stata richiesta l’esecuzione dei sequestri di beni e disponibilità finanziarie anche in territorio elvetico. Tale attività è ancora in corso di esecuzione.

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