Elezioni Gioia Tauro, intervista ad Aldo Alessio

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Iniziamo le nostre interviste ai candidati a sindaco di Gioia Tauro con Aldo Alessio.

 Per quale motivo un cittadino di Gioia Tauro dovrebbe scegliere di votarla piuttosto che andare a mare?

 Perché il voto non dovrebbe essere regalato e neppure sciupato, ma dovrebbe essere considerato come un vero e proprio investimento sociale. Ogni cittadino elettore dovrebbe utilizzare il proprio voto nel miglior modo possibile, investendo sul candidato che, a suo avviso, ritiene il più idoneo, assieme a tutta la squadra che lo sostiene, per poter far uscire la città sia dalla grave crisi economica e occupazionale che la attanaglia, sia dal gravissimo degrado urbano, sociale, amministrativo ed organizzativo in cui versa e che non ha alcun precedente in tutta la storia politico-amministrativa di Gioia Tauro.

 Ci piacerebbe parlare anche di programmi, ma soprattutto alla gente importa tanto sapere chi sono i volti che danno forma alle liste. Con che criterio sono stati scelti i candidati a consigliere? Teme di aver fatto poco contro gli impresentabili, o ha applicato un rigido controllo?

 Il nostro collante è il programma che è stato scritto a più mani. In data 20 Dicembre 2014 abbiamo presentato una prima bozza programmatica alla cittadinanza gioiese e chiesto la collaborazione di tutti cittadini e delle associazioni per la stesura finale. I candidati che compongono le liste del PD e della civica Città Futura sono prevalentemente giovani: ragazze e ragazzi che si affacciano per la prima volta sulla scena della vita politica; sono stati selezionati sulla base della condivisione, partecipazione e stesura del programma politico e sull’accettazione della Carta di Avviso Pubblico, che riguarda il “Codice Etico” per la buona politica. Non ci sono, quindi, impresentabili. I nostri candidati hanno sottoscritto una dichiarazione con la quale attestano di non avere carichi penali pendenti e ostativi alla loro eleggibilità. Inoltre, hanno sottoscritto il seguente impegno anticorruzione: “Per il caso di mia elezione a Consigliere comunale, mi impegno a perseguire i principi di buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione ed a svolgere le funzioni inerenti la carica con disciplina e onore nel rispetto degli articoli 54 e 97 della Costituzione. Mi impegno a perseguire il bene comune, a salvaguardare gli interessi generali della Collettività e di esercitare la funzione che mi sarà affidata con onestà, diligenza, lealtà, integrità, trasparenza, correttezza, obiettività e imparzialità e mi impegno ad esercitare il mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine dell’Amministrazione e dell’Ente, assicurando la trasparenza totale della mia attività e della mia situazione patrimoniale”. E’ evidente che sia la prima volta, nella storia amministrativa gioiese, che i candidati di una coalizione sottoscrivano, liberamente, un codice etico.

Infine, nel nostro importante compito di selezionare la nuova classe dirigente, è bene che si sappia che non tutti coloro che hanno espresso il desiderio di entrare nelle nostre liste sono stati accettati. Per le modalità con cui esse sono state formate e sui nomi dei singoli candidati che le compongono, io mi assumo la totale e piena responsabilità politica.

 Veniamo alle questioni cruciali per la città: Che ruolo pensa di giocare, se eletto sindaco, sullo sviluppo del Porto e sulla vicenda dell’ospedale?

 Sul Porto:

Bisognerà attivare, con urgenza, la procedura governativa per il riconoscimento della Zes da parte della Comunità europea e mettere mano alla realizzazione delle infrastrutture viarie e ferroviarie, per facilitare il collegamento del porto nel sistema trans-europeo. Ampliare le gallerie ferroviarie, lungo la tratta Paola/Salerno, per consentire il passaggio dei container “high cube”. Il porto di Gioia Tauro, dunque, dovrà avere la capacità di attrarre investimenti stranieri, tramite la ZES, diventare un punto di attrazione, per rendere conveniente far rientrare nel nostro Paese le aziende italiane delocalizzate all’estero, per far arrivare nuovi clienti/armatori e farlo così uscire dall’attuale situazione di stallo in cui si trova a causa del monocliente MSC. Bisognerà investire nella formazione e nella ricerca nel settore dei trasporti e nella logistica. Promuovere il porto di Gioia Tauro a livello internazionale per le sue elevate capacità organizzative e di sicurezza, nonché per la comprovata professionalità acquisita da parte delle maestranze portuali, riconosciuta a livello internazionale per la scelta del trasbordo delle sostanze chimiche. Infine, il governo nazionale e quello regionale dovranno recepire il concetto che i porti di transhipment sono cosa ben diversa dai porti tradizionali e, quindi, dovranno inserire, nei rispettivi bilanci, un apposito capitolo per le misure di sostegno al transhipment (Gioia Tauro, Cagliari e Taranto), in modo da renderlo più competitivo e concorrenziale rispetto agli altri porti, incominciando da Tangeri, attraverso la riduzione indiretta del costo del lavoro sulle maestranze portuali, l’abbattimento delle tasse di ancoraggio, gli sgravi fiscali sugli oneri sociali, il ferry-bonus per i treni combinati per il trasporto dei container. Ed ancora: togliere le accise sui carburanti dei mezzi di trasporto non omologati alla circolazione su strada, quali veicoli utilizzati esclusivamente nelle operazioni portuali e qualsiasi ulteriore strumento innovativo, che possa rendere più competitivo e più appetibile il porto di Gioia Tauro, rispetto agli altri porti stranieri che si affacciano sul mare Mediterraneo, dove il traffico dei container, in futuro, è destinato a salire, annualmente, sino a circa 20 milioni di container.

Realizzare il “Polo logistico delle merci” e incalzare Trenitalia affinchè realizzi il gateway ferroviario, partecipando al bando per la realizzazione delle opere previste e finanziate dall’APQ. Prendere atto del fallimento dell’Asi di Reggio Calabria e programmare il passaggio dell’“Area Industriale” all’Autorità Portuale per la gestione territoriale unitaria del porto e della stessa Area Industriale. I capannoni industriali, la cui attività risulta dismessa da oltre 10 anni,  realizzati con il finanziamento della 488, devono ritornare proprietà dello Stato, per essere consegnati a giovani imprenditori che presenteranno un piano industriale credibile e sostenibile nell’ambito del settore della logistica delle merci e che vorranno rischiare a investire sul loro futuro e su quello del territorio. Se andremo alla guida della città, ci impegneremo a pubblicizzare e spiegare bene e meglio tutte le convenienze economiche per le imprese che si potrebbero allocare nella “Zona Franca di tipo II”, istituita nel 2003 nel Porto di Gioia Tauro, nei circa 80 ettari di terreno da utilizzare per lo stoccaggio, la distribuzione e l’assemblaggio delle merci in regime di sospensione del pagamento dell’Iva e dei dazi doganali;  lotteremo e ci batteremo  affinché lo sdoganamento delle merci, che vengono stoccate nel terminal, venga fatto a Gioia Tauro anziché Napoli o Genova.

 Sull’Ospedale:

Il Patto per la Salute prevede la chiusura delle strutture ospedaliere con meno di 60 posti letto e, tra queste, c’era anche il Presidio Ospedaliero Giovanni XXIII di Gioia Tauro che, attualmente, dispone di 42 posti letto. Tutto ciò è riconducibile, ovviamente, ad una cattiva gestione politica e sanitaria, sia regionale che territoriale, che aveva determinato le condizioni di chiusura anche di un ospedale come quello di Gioia Tauro che, nel passato, aveva fornito apprezzabili servizi sanitari per 120 posti letto effettivi.

Su nostra sollecitazione e grazie all’impegno della nuova Giunta regionale, guidata da Oliverio, il Commissario ad Acta ha approvato il nuovo piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, portando i posti letto dai 42, inizialmente previsti, agli attuali 70, impedendo, di fatto, la chiusura del nosocomio gioiese. Oggi, il cittadino non ha la pretesa di avere un ospedale di fronte la porta di casa sua ma, giustamente, pretende, indipendentemente da dove sia locato l’ospedale, di essere curato in strutture ricettive, adeguate ed attrezzate, in grado di offrire la giusta attenzione sanitaria e la massima professionalità del personale medico e paramedico.

Per questo motivo, abbiamo bisogno di una nuova sanità nella Piana, attenta ai bisogni del malato. Dobbiamo puntare a una sorta di “Ospedali Riuniti della Piana”. Oggi abbiamo disponibili solo 110 posti letto a Polistena e 42 a Gioia Tauro, contro i 550  necessari nella Piana (Rapporto 3,5 posti letto ogni mille abitanti).

Il nuovo ospedale di Palmi, che dovrà essere l’ospedale di riferimento della Piana per gli interventi di alta chirurgia, quando sarà pronto, fornirà soltanto 250 posti letto, quindi non potrà essere considerato l’ospedale unico della Piana. E’ necessario attrezzare subito l’ospedale di Gioia Tauro dotandolo almeno di 85/90 posti letto e farlo funzionare, individuando medici di elevata capacità professionale e dirigenziale. La mancanza di posti letto nella Piana produce una forte emigrazione sanitaria fuori regione con notevole aggravio della spesa sanitaria calabrese. All’Ospedale di Gioia Tauro, in particolare per la medicina e la chirurgia, mancano i medici necessari al funzionamento, a tempo pieno, dei reparti. Su nostra sollecitazione, la Giunta Regionale si è già impegnata ad indire i concorsi per l’assunzione del personale medico e paramedico necessario e ad indire le gare di appalto per l’acquisto della strumentazione medica per il buon funzionamento dell’ospedale.

Inoltre, l’ala esterna dell’ospedale, con circa 350.000 euro, da prelevare dalla somma già stanziata di 2.200.000 per la sistemazione dell’ospedale di Gioia Tauro, si può bonificare rimuovendo i pannelli di amianto e ristrutturandola per essere adibita a sede degli uffici sanitari ex Inam, riaprendo l’ortopedia ed eliminando l’attuale promiscuità esistente tra ricoverati in ospedale e cittadini che si recano presso gli uffici sanitari ex Inam.

La nostra proposta di “Ospedali Riuniti Polistena/Gioia Tauro”, in attesa della costruzione e messa in funzione del Nuovo Ospedale di Palmi, è la seguente: Polistena: 110 + 10 posti letto per un totale di 120 posti letto, dove gravita una utenza di 60.000 abitanti. Gioia Tauro 42 + 43 per un totale di 85 posti letto dove gravita una utenza di 100.000 abitanti. Su Gioia Tauro i posti letto potrebbero essere i seguenti: Riabilitazione Cardiologica 15 (20); Urologia 10; Medicina 20; Chirurgia 20; Nefrologia e dialisi 10; Ortopedia 10. Totale posti letto Ospedale di Gioia Tauro 85 (90).

 

In una città così al centro degli occhi degli investigatori, come si evita di far sciogliere il Consiglio comunale per l’ennesima volta o comunque come pensa di tenere lontano la ‘ndrangheta dal palazzo comunale?

 Con la buona politica. Così come ho evidenziato nella premessa del mio programma elettorale, dove testualmente affermo che:

“In una città complessa e difficile, nessun programma di governo è possibile realizzare se gli amministratori della “cosa pubblica”, contestualmente, non porteranno avanti anche un’azione politica concreta, efficiente, incisiva, di contrasto e di lotta contro la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata presenti nel territorio”.

Quindi, in campagna elettorale per la propria elezione,  per prima cosa non bisognerà chiedere i voti alla mafia, portare avanti una politica anticorruzione, predisporre un adeguato controllo su tutti gli atti amministrativi per impedirne la possibile penetrazione all’interno del Comune anche attraverso funzionari pubblici, che potrebbero essere corrotti; bisognerà vincere solo attraverso la richiesta di un voto libero e convinto che possa permettere al nuovo sindaco, una volta eletto, di non avere né lacci né laccioli, e non essere “tirato dalla giacca” da nessuno. Un unico e solo patto è possibile: quello con gli elettori. L’amministrazione comunale avrà, quindi, l’arduo compito di cimentarsi, con rinnovato impegno, a “traghettare la Città sulla sponda della legalità”, perché essa rappresenta la più grande risorsa del territorio. Ed è per questo che ai candidati delle mie liste ho proposto l’accettazione di un “Codice Etico”. Infine, bisognerà sostenere un’azione sinergica con tutti i livelli istituzionali a partire dalle forze dell’ordine e dalla magistratura.

L’allarme ambientale non può essere sottovalutato in una città che ospita l’inceneritore, ha un’alta incidenza di tumori ed è sede del depuratore consortile. Come pensa di tutelare il diritto alla salute dei gioiesi?

 Non bisogna sottovalutare l’allarme ambientale, così come non bisogna creare tra i nostri concittadini un clima di paura diffuso e generalizzato. Quindi per prima cosa, così come sostengo da tempo, è necessario chiedere e sostenere con forza che il Ministero della Salute istituisca una commissione medico-scientifica, in grado di fare una seria indagine epidemiologica sul territorio, per accertare l’esistenza di sostanze cancerogene che stanno mietendo vittime tra la nostra popolazione, rimuovendone le cause che le generano e promuovendo la giusta azione di prevenzione medica per i cittadini, supportata da un Registro Tumori che possa accompagnare il cittadino nell’assistenza medica, psicologica ed economica. Il depuratore e il termovalorizzatore hanno bisogno di una corretta gestione sul funzionamento e dei dovuti controlli che la Regione dovrà esercitare, affinché venga garantita la salute dei cittadini. Personalmente posso suppore che ci possa essere un nesso causa-effetto su alcune questioni importanti che riguardano il nostro territorio e precisamente: la cattiva gestione e il malfunzionamento degli impianti di depurazione e del termovalorizzatore, la centrale turbogas di Rizziconi, gli elettrodotti ad alta tensione, la presenza dei tetti di eternit diffusi sul territorio, le antenne di telefonia mobile, le discariche di Marrella (gioia Tauro) e dello Zimabrio (Rosarno), la presenza di eventuali rifiuti tossici interrati nel territorio, ecc. Infine l’elemento cancerogeno ce lo potremmo ritrovare all’interno della catena alimentare. Tutte queste varie ed eventuali concause dovranno, però, essere analizzate da medici, scienziati e personale altamente specializzato nella ricerca scientifica. Questo è quello che sosteniamo da tempo ed è per questo che chiediamo al Ministero della Salute di attivarsi per dare le giuste risposte, individuare l’eventuale elemento cancerogeno e predisporre la giusta azione di prevenzione e di cura.

La vocazione commerciale di Gioia rischia di essere marginale in anni di crisi economica così violenta. Un sindaco cosa può fare per restituire linfa economica a questo comune?

 Innanzitutto dovrà fornire ai cittadini i dovuti servizi. Dovrà rendere la città accogliente e decorosa. In una città, ridotta a un cumulo di macerie e con la spazzatura che ricopre le strade urbane, è difficile immaginare di poter rilanciare l’intero reparto mercantile, commerciale ed artigianale. Serve, inoltre, portare avanti e sostenere la battaglia per il lavoro per tutti i nostri concittadini, che possa permettere di aumentare i consumi, facendo uscire le numerose famiglie gioiesi dalle sacche di povertà in cui sono state relegate dalla cattiva politica, dalla corruzione e dalla cattiva pubblica amministrazione. Pur nella difficoltà di un bilancio pubblico, che è stato portato al collasso economico, una buona, sana ed onesta amministrazione può, negli anni futuri, risanare il bilancio comunale, ridurre l’enorme debito pubblico, che si è accumulato negli anni, e liberare così le risorse necessarie per realizzare la “Città Futura” che noi proponiamo e cioè: “una città che protegge i cittadini, che si fa carico dei loro problemi, che include, che investe nei servizi sociali, educativi, sanitari e culturali; una città in grado di programmare e progettare il futuro, che investe sull’innovazione tecnologica, sulla qualità delle risorse umane e ambientali, sugli insediamenti produttivi sostenibili e sulle infrastrutture del proprio territorio; una città che funziona, bella e sicura, operosa e prospera, che si muove e lavora, una città solidale e sana, in grado di offrire ai propri figli il diritto di vivere e lavorare con tranquillità, serenità, capace di far vivere le famiglie con quella dignità che scaturisce dal lavoro e che rende i cittadini più liberi e più determinati nell’assolvere, sino in fondo, i loro doveri di cittadinanza”.

Concludiamo con il “toto-ballottaggio”: qualora ci fosse il secondo turno e lei concorresse per la vittoria finale, chiederebbe apparentamenti? A quale degli altri candidati sindaco si sente più vicino?

 Nessun apparentamento. Meglio perdere a testa alta e con grande dignità, così come già avvenne nel 2001, piuttosto che vincere a qualunque costo e a qualsiasi condizione. Gli elettori, e solo essi – attraverso un voto libero e determinato, dovranno decidere il destino e il futuro di Gioia Tauro, nel bene e nel male!

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