La partita elettorale è stata lunga, dura, il terreno era quello che mai i contendenti avrebbero voluto trovare. Ma il triplice fischio ha decretato la fine del match elettorale. A conti fatti la Piana ha vinto. E’ nelle zone alte della classifica regionale, ha messo tra i marcatori più importanti due bomber nati e cresciuti tra gli ulivi.
Adesso è il momento dei commenti post gara e del pagellone dei candidati.
Centrosinistra voto 9: La coalizione di Oliverio ha vinto quasi ovunque, era forse scontato, ma il numero di voti attesi non era così alto e consistente.
Francesco D’Agostino (Oliverio Presidente): voto 10 e lode. Era il più atteso e non ha tradito. Il consigliere provinciale di Cittanova arriva alla regione con quasi 8000 voti, raccogliendo consensi ovunque e dimostrandosi una macchina elettorale, oltre che imprenditore di successo. Terminator
Domenico Mallamaci (Oliverio Presidente): voto 8. Non è nato e cresciuto nella Piana, è vero, ma ormai vi opera da molto tempo. Dirige la Iam, ha coordinato Piana Ambiente, è quello che una volta veniva chiamato Boiardo di stato. Il risultato ampio era forse atteso, e se non avesse avuto davanti la locomotiva D’Agostino, avrebbe conquistato un posto al sole. Scalatore.
Domenico Creazzo (Democratici e Progressisti): voto 7,5. Il sindaco di Sant’Eufemia è un volto nuovo, ma è capace di dare la paga persino al concorrente veterano Gigi Fedele. 3692 voti sono molti, ma davanti aveva il reggino Neri che gli ha soffiato il seggio. Il Nuovo
Giuseppe Longo (La Sinistra): voto 7,5. Il Consigliere provinciale fa una bella figura, mettendo sul tavolo 2325 voti, ma sono insufficienti per competere con il navigato Nucera. Il tempo, il consenso, e la grande carica progressista sono comunque dalla sua parte. Belle speranze.
Rocco Sciarrone (Calabria in rete): voto 7,5. Ha i voti, 2414 per l’esattezza, e l’entusiasmo della gioventù, ma non aveva la lista. Sciarrone è arrivato davanti a tutti, ma il seggio di questo cartello minore di centrosinistra è andato altrove. Lui è stato comunque grande protagonista. Quasi famoso.
Bruno Barillaro (Cdu): voto 6,5. Non era tra i favoriti, ma ha ben figurato con 1637 voti, sfiorando il primato di lista. Battuto, però, in casa da Giannetta. Affidabile.
Elio Belcastro (Calabria in rete): voto 3,5. Per uno che ha fatto il deputato e il sottosegretario di Stato, prendere 1555 voti è uno smacco. Forse non gli è stato perdonato il passaggio da destra a sinistra, ma il risultato rimane assai basso. Bocciato.
Centrodestra, voto 5. La sconfitta della lady (Wanda) di Ferro era annunciata, ma ci si aspettava qualcosina in più. Ma nella Piana, complici i giusti candidati, le cose sono andate meglio che altrove.
Domenico Giannetta (Forza Italia) voto 6,5. Era assessore provinciale, è sindaco di Oppido, avrebbe voluto fare pure il consigliere regionale. Ma il troppo, si dice, stroppia. Giannetta, comunque, è il primo dei non eletti di Fi, e 4080 voti sono un’uscita dignitosa. Diligente.
Giuseppe Pedà (Casa della libertà) voto 6,5. Se Berlusconi ti chiama al telefono e se presiedi le Ferrovie della Calabria, devi essere un predestinato. In parte è così, ma il miracolo di Peppe (Pedà) non riesce completamente, perché davanti ha un reggino (Cannizzaro) che gli sbarra la strada. Primo dei non eletti e 5000 preferenze. Unto del Cavaliere.
Coalizione di centro, voto 6,5. Non è il caso di festeggiare come gli azzurri mundial del 2006, ma l’aver superato il quorum dell’8% è come aver vinto l’enalotto.
Giovanni Arruzzolo voto 10 e lode. Nel 2011 aveva segnato il record di preferenze in consiglio provinciale, dopo 3 anni e mezzo ottiene un risultato ancor più prestigioso. Entra in consiglio regionale in una coalizione non fortissima, e lo fa prendendo quasi 6000 preferenze. Non sbaglia praticamente nulla e a Rosarno costruisce un successo replicato nella provincia. Cecchino.
Luigi Fedele voto 4,5. Deputato in passato, assessore regionale uscente. Naufraga, malgrado un bottino di 4.800 voti. Perde contro il rosarnese Gianni Arruzzolo e soprattutto si fa battere a Sant’Eufemia dal sindaco Creazzo. Il colpo è duro. Caporetto.
Movimento 5 stelle, voto 3. In Calabria e nella Piana Grillo non vince e non convince. Dopo il caos dell’esclusione della sanferdinandese Fernanda Rombolà, anche gli elettori bocciano i pentastellati.
Fabio Auddino, voto 6. Il polistenese, alla fine, vince su tutti i colleghi a 5 stelle. Sfiora i mille voti, e in un movimento che collassa rovinosamente, sono grasso che cola. Superstite.
Domenico Mammola