Il Porto di Gioia Tauro deve tornare ad essere volano di sviluppo per la Calabria e per il Paese”. È quanto affermato Elisabetta Tripodi, candidata nelle liste del Partito Democratico per il collegio n.7 “Camera – Uninominale” alle prossime elezioni politiche del 4 marzo.
“L’abbassamento dei volumi di lavoro per le imprese di rizzaggio presenti nel Porto – sottolinea Tripodi – sta comportando il fermo dell’indotto, con ricadute devastanti per l’economia di quelle aziende e degli oltre cento lavoratori impiegati. Inoltre, la stessa concessionaria Mct starebbe effettuando i pagamenti delle spettanze con significativo ritardo. È, questo, un fatto inaccettabile, oltre che l’ennesima batosta per un’infrastruttura che già nei mesi scorsi aveva vissuto il licenziamento di quasi 400 lavoratori. Su questo tema – prosegue l’esponente PD – è necessaria una svolta decisiva, che il prossimo Governo dovrà interpretare, in continuità con quanto fatto da quello precedente, al fine di scongiurare il tracollo di uno scalo marittimo tra i più strategici del Mediterraneo. Il Porto rappresenta un’opportunità storica per la Calabria e come tale va trattata, sia dalle Amministrazioni pubbliche che dal concessionario privato”.
“Nei giorni scorsi, presentando la mia candidatura – ha ricordato l’ex sindaca di Rosarno – ho ribadito la necessità di ripartire dai territori, dalle tante occasioni mancate che hanno lasciato questa terra indietro in tutte le classifiche economiche, sociali e culturali. Ecco, il Porto gioiese non sfugge affatto a tale ragionamento. Anzi, forse ne è l’esempio più immediato. Sullo scalo bisognerà ripartire dagli strumenti importanti varati dall’ultimo Governo in sinergia con la Regione, a partire dalla creazione dell’Agenzia per il lavoro e dall’implementazione della Zona Economica Speciale di recente istituzione. Vincere questa battaglia significherebbe centrare un obiettivo cruciale per il futuro della nostra regione”.
Antonio Raso