E’ stato approvato all’unanimità dall’Aula un ordine del giorno presentato dal consigliere regionale del PD Mimmo Battaglia che ne ha chiesto l’inserimento nel corso dei lavori odierni.
L’ordine del giorno impegna “la Giunta regionale ad attuare gli interventi e gli strumenti di programmazione contenuti nella legge sull’accoglienza, nonché il presidente della Regione a sensibilizzare la Commissione europea affinché assuma ogni necessaria iniziativa volta a far fronte all’emergenza umanitaria in atto nel Mediterraneo, che coinvolge pienamente anche la Calabria”.
“Nel bacino del Mediterraneo – aggiunge Battaglia-, sono in atto fenomeni migratori dalle coste nordafricane verso l’Europa che, da tempo ormai, hanno generato una delle più gravi emergenze umanitarie su scala mondiale ed i flussi migratori, provenienti dai Paesi dell’Africa sub sahariana e del Maghreb, nonché dalla Siria e dagli altri scenari di crisi mediorientale, sono diretti verso le regioni dell’Italia meridionale, segnatamente la Sicilia e la Calabria, considerate la porta d’accesso soprattutto verso le nazioni più opulente dell’Unione europea, tra cui la Francia e la Germania. Un fenomeno sempre più preoccupante, considerato che, secondo i vertici dell’agenzia internazionale Frontex e altre fonti di intelligence, oltre un milione di profughi sarebbe pronto a tentare di raggiungere l’Italia”.
Ricordando che “la Calabria, terra di emigrati e di accoglienza, nella quale vivono in pace da secoli comunità ben integrate nel tessuto sociale della regione, si è dotata di una legge (la n. 18/2009) in materia di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, considerata all’avanguardia e autentico modello di civiltà”, Battaglia richiama “i profili di carattere umanitario che s’intrecciano inscindibilmente con le preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la necessità di una risoluta azione di contrasto alle organizzazioni criminali dedite all’odiosa tratta degli esseri umani. Ebbene- conclude il consigliere regionale- pur a fronte dell’obbligo, stabilito nel trattato dell’Unione europea in capo agli Stati membri, di sostenere attivamente la politica estera e di sicurezza comune in uno spirito di lealtà e solidarietà reciproca, le risorse messe a disposizione del programma “Triton” sono di gran lunga inferiori a quelle che il solo Stato italiano ha investito nell’operazione ‘Mare nostrum’”.