Falcomatà e De Raho alla Presentazi​one del libro “Chiamatel​a pure Giustizia” di Giovandome​nico Lepore

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La Giustizia italiana vista da chi è stato in Magistratura per cinquant’anni ed è stato alla regia di alcune delle più importanti inchieste della recente storia giudiziaria: l’ex Procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore. E’ quanto propone il libro-intervista “Chiamatela pure giustizia (se vi pare)”, edito da CentoAutori e scritto a quattro mani con il giornalista Nico Pirozzi, in cui Lepore ripercorre la sua carriera e racconta con occhio critico il sistema giudiziario italiano e le sue complesse relazioni con il mondo politico, spaziando  dalla corruzione alle ingerenze delle evolute e ramificate organizzazioni mafiose, dalle consolidate lacune strutturali alle possibili soluzioni da far confluire in “una riforma necessaria da 200 anni”. Il volume verrà presentato a Reggio Calabria il 12 gennaio presso la libreria Culture in via Zaleuco 8 a partire dalle 17.30. L’incontro e il dibattito sul delicato tema della giustizia, aperti al pubblico e organizzati dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, vedranno intervenire accanto agli autori:

 

–          il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà;

–          il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho;

–          il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri;

–          modera la giornalista Anna Foti.

 

La partecipazione all’evento darà accesso a due crediti formativi per i giornalisti presenti.

 

Dall’introduzione del libro:

“La scommessa era tutta lì: spiegare in poche battute perché la giustizia non funziona; perché anche giudici e pm sono vittime di un sistema che fa acqua da tutte le parti; perché per il cittadino è più conveniente (non solo sotto il profilo etico) vivere nella legalità che non al di fuori di essa; perché bisogna credere nello Stato e nella giustizia. E poi la mia esperienza in magistratura, cinquant’anni che sono letteralmente volati, spiegando con parole semplici cosa ha significato dirigere la Procura più grande d’Italia, con nove Procuratori Aggiunti e 107 Sostituti; cosa ha significato confrontarsi ogni giorno con la camorra e lo strapotere che esercita a tutti i livelli. Una storia, come tutte le vicende di cui è protagonista l’uomo, scandita da momenti di gioia, ma anche di estrema delusione. Non facendo mistero degli errori che anch’io posso aver commesso”.

 

Dalla quarta di copertina:

È stato il regista di alcune tra le indagini più delicate della storia della seconda Repubblica: Calciopoli, l’inchiesta sulla P4, sul bunga bunga e le escort a palazzo Grazioli, passando per l’emergenza rifiuti e le bonifiche fantasma in Campania, gli appalti al Comune di Napoli e le mega truffe sulle invalidità civili, solo per citarne alcune. È Giovandomenico Lepore, procuratore della Repubblica del capoluogo partenopeo dall’ottobre 2004 al dicembre 2011, l’uomo che ha domato la faida di Scampia ed ha assicurato alla giustizia Antonio Iovine, Michele Zagaria e i fratelli Pasquale e Salvatore Russo, quattro tra i più pericolosi boss della camorra, latitanti per decenni. In una lunga intervista affronta le questioni più spinose e controverse della giustizia in Italia, non risparmiando critiche e bordate polemiche a una classe politica inefficiente e autoreferenziale. E ancora il capitolo Napoli, a metà strada tra i ricordi e l’attualità: l’ascesa di Cutolo e i veleni della Terra dei fuochi; la politica che si converte al verbo della camorra e la difficile eredità del dopo Cordova. Un racconto senza omissioni o censure, che illumina di una luce totalmente nuova uno spaccato della storia del nostro Paese.

 

 

 

 

 

 

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