Femminicidio: Una piaga sociale cocente da estirpare. Il ruolo esiziale di scuola e famiglia

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Non c’è giorno che non albeggi senza una notizia che ci rammenti la virulenza di alcuni uomini, od “ominicchi” come direbbe Leonardo Sciascia, i quali frustrati dopo una separazione o un rifiuto da parte di una donna, si fiondano con efferatezza verso quest’ultima. Il femminicidio, termine coniato negli anni 80/90 su una rivista inglese e che ora sempre più esponenzialmente si sta diffondendo nella nostra realtà del nichilismo o come direbbe Vattimo del “pensiero debole”. Uomini scellerati, belzebù umani che si avventano sul più debole sessualmente e senza pietà alcuna. Il mondo che sovverte tutti i valori e come si dice “ogni morale diviene un fallace rifugio”; I ragazzi a scuola e in sinergia con la famiglia, istituzione per antonomasia, devono essere educati ed edotti a “tirar fuori”, quel segno distintivo dell’uomo che è la cultura della parola e del rispetto per la donna, che è un simbolo unitario di tutto il mondo occidentale . Il rispetto dei “deboli” prima di tutto; nell’ultimo anno le denunce di coloro che hanno subito percosse o sevizie si sono accresciute di circa il 10% . Ragazze deturpate e seviziate da quella che è una immonda disumanità. Ma se è vero che la nostra civiltà, si commisura dal rispetto verso la donna ad oggi saremmo degli “incivili”. Ma è uomo colui che malmena , e deturpa una donna od è più simile ad un animale feroce , che annienta e riduce a brandelli la propria preda ? Siamo infatti umani o degli animali senza sentimento e pietà? . L’unica certezza è che questa piaga deve essere estirpata, comminando pene dure e certe a colui il quale commette queste inumane violenze . Dovremmo amare le donne e non ucciderle, già dovremmo e questo dice tutto , purtroppo…

Francesco Grossi

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