La Segreteria Provinciale della Fiamma Tricolore di Catanzaro ha aderito alla “Giornata di lotta contro l’Usura di Stato” che ha avuto luogo nello scorso fine settimana in diverse regioni d’Italia indetta dal Movimento ed ideata e portata avanti dal responsabile della Federazione milanese del MSI-FT, Andrea Bernasconi, assieme ai Camerati della Lombardia, della Lucania, della Campania e della Calabria. Davanti alle sedi di Equitalia di queste regioni sono stati affissi striscioni contro questa “usura legalizzata” portata avanti da Equitalia per conto dello (anti)Stato e che ha portato decine di Italiani – commercianti, piccoli imprenditori, artigiani, ma anche pensionati e lavoratori, spesso disoccupati per averlo perso il lavoro – a gesti estremi ed inconsulti come suicidi o addirittura a trasformarsi in torce umane di fronte a richieste di pagare cartelle per entrate mai effettivamente arrivate (soprattutto a causa dei ritardi nei pagamenti di forniture di materiale e servizi ad enti pubblici) o spaventosamente cresciute a causa di interessi di mora veramente usurai oppure per particolari situazioni personali (perdita del lavoro, separazione dal coniuge con relativi alimenti da versare, crisi economica sopravvenuta, addirittura “cartelle pazze” di cui si pretendeva comunque un preventivo saldo) oppure, infine, per la draconiana esosità raggiunta dal livello di tassazione in Italia, vedevano ormai queste persone impossibilitate a regolare i pagamenti di quanto preteso coattivamente.
A Catanzaro, oltre agli striscioni affissi davanti alla sede di Equitalia di Via Lombardi, i militanti della Fiamma Tricolore hanno distribuito un volantino che incitava i cittadini a ribellarsi a qualunque sopruso gli fosse giunto dalla società per difendere la vita propria, quella della propria famiglia e quella di tutti gli italiani che soffrono gli stessi problemi o le loro conseguenze, dialogando anche con decine di cittadini che ci hanno anche raccontato tante storie, le loro personali, alcune veramente da far accapponare la pelle tanto erano “ordinariamente assurde”, e per loro Promettiamo di continuare in questa nostra battaglia fino a raggiungere concreti e tangibili risultati a favore della Comunità.
Corre l’obbligo, infine, di ringraziare le forze dell’ordine intervenute, certamente su richiesta di qualcuno all’interno degli uffici che si è sentito “minacciato” dai quattro “feroci distributori di solidarietà” armati di ben due bandiere (con tubi di plastica per asta), e che hanno fatto il loro dovere con cortesia e professionalità, dimostrando un senso della misura veramente encomiabile.