Riceviamo e pubblichiamo
Ho visto nuovamente un servizio sui veleni di Crotone trasmesso, questa volta, dal telegiornale nazionale e non da una tv privata. Sequenze che ho dovuto e voluto revisionare più volte per rendermi conto che quello a cui stavo assistendo,è una realtà drammatica che si sta consumando sotto gli occhi di tutti e su cui, nonostante le svariate denuncie, tutto è rimasto allo stato bravo, aumentando pero i casi di mortalità. Ho seguito, ancora una volta,la descrizione di quei siti carichi di rifiuti tossici che hanno inondato lo spazio di tumori che scoppiano come un comune raffreddore, in un degrado che corre verso l’annientamento del vivere collettivo. Sgomento, per le parole della gente nelle quali emerge, in modo prepotente, un dolore profondo, nella consapevolezza della morte seduta davanti alla porta di casa. In loro quasi una disperata rassegnazione ad un destino beffardo, che annienta la vita per un effimero termine di progresso demenziale. E’ da tempo immemorabile che circola la voce che la città di Pitagora si sia trasformata, in un ricettacolo di scorie e rifiuti altamente inquinanti e velenosi. Le varie denuncie hanno inizialmente portato ad un impegno per una rapida bonifica del sito avvelenato e per svellere le radici del male e del danno. Alle parole non sono seguiti i fatti, situazione eguale alle tante altre promesse mai mantenute. La realtà è rimasta invischiata nel gorgo insano dei rifiuti tossici con la gente che continua ad ammalarsi e a morire. Questi residui sono stati accumulati, per anni, andando a formare collinette sulla sponda del mare, dove sono interrati, antimonio, arsenico, berillio, cadmio, cobalto, cromo totale, cromo sesto, mercurio, nichel, piombo, rame e cromo isovalente. Si può affermare, con dolore e rimpianto, che un bambino che nasce, nella geografia a rischio di Crotone, da subito potrebbe essere già privo d’ogni speranza, il domani cancellato e la consapevolezza di lasciare la scena umana senza neppure averne visto una piccola molecola,così come molti adulti che, senza avere alcuna avvisaglia si trovano colpiti dal male. Cosa è diventata Crotone e la Calabria? Una domanda che aspetta ancora risposte. Per la frenesia del futuro abbiamo cancellato le formule dell’esistere, minando le radici della natura, bruciando l’ambiente, trasformando la civiltà in una cimitero. Noi, generazione del tempo, siamo i colpevoli del degrado, abbiamo lasciato precipitare la società verso il fondo dell’esistenza. Oggi qualcuno si rende conto di pagare un prezzo troppo alto all’affannosa corsa al progresso, una ipoteca mortale per un futuro che non ci potrà essere, ma solo croci e tombe.
Gianfranco Turino
Progetto Itaca – MSI-Fiamma Tricolore Calabria