Flash mob porto di Gioia Tauro, ci sarà la giunta comunale al completo. Il sindaco Biasi: Lavoriamo per allargare le adesioni e denunciare l’incoerenza dell’Ue che così chiude la sua porta per i traffici marittimi   

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Flash mob porto di Gioia Tauro, ci sarà la giunta comunale al completo. Il sindaco Biasi: Lavoriamo per allargare le adesioni e denunciare l’incoerenza dell’Ue che così chiude la sua porta per i traffici marittimi  

La giunta comunale al completo parteciperà alla manifestazione che si terrà davanti al porto di Gioia Tauro contro l’attuale formulazione della direttiva europea che tassa gli armatori per l’inquinamento prodotto dalle navi e mette a rischio la sopravvivenza dello scalo calabrese.

Lo rende noto il sindaco Roy Biasi che, con la fascia, sarà presente insieme ai suoi assessori al flash mob programmato per martedì 17 ottobre dalle 13 alle 14. Viste le ricadute negative che la normativa europea avrà sullo scalo gioiese a partire dal prossimo  gennaio, con il paventato taglio drastico della forza lavoro impiegata e la fine dei primati internazionali di questa infrastruttura, gli amministratori stanno pensando a forme ancora più ampie di condivisione popolare, in ragione del messaggio – anche simbolico – che si vuole mandare agli organismi comunitari grazie allo striscione lungo 40 metri che campeggerà davanti al varco doganale e alla autorevole partecipazione al concentramento del presidente della Regione Roberto Occhiuto.

«Il porto è fonte di reddito per le famiglie di tanti taurianovesi e traino dello sviluppo delle attività economiche cittadine – dichiara il sindaco – ed è per questo che lavoriamo per fare in modo che la popolazione sia a conoscenza della partita cruciale che si sta giocando con l’Unione Europea e che l’adesione di Taurianova sia quanto più massiccia, consapevole e articolata in modo da comprendere anche fasce di età e componenti sociali diversificate».

Il sindaco, che personalmente sta invitando i consiglieri comunali a partecipare al di là dei colori politici, in questi giorni è in stretto contatto con l’europarlamentare Valentino Grant – che sin dal 2021 sta dando impulso alle attività che possono portare ad una riforma di questa legge che allarga in maniera drastica e ingiusta al settore marittimo le misure compensative dell’inquinamento prodotto dai vettori – ma anche con il vicepremier Matteo Salvini, che sta spingendo affinchè governo e parlamento, nelle imminenti osservazioni di competenza, impongano all’Ue la difesa della strategicità per il commercio europeo dei porti di transhipment come Gioia Tauro.

«Occorre partecipare senza se e senza ma alla mobilitazione – prosegue Biasi – perché abbiamo avuto garanzia da Roma che non è assolutamente vero che i giochi sono fatti, anche vista la tardiva resipiscenza di quelle forze politiche che colpevolmente hanno votato a favore di una tassa che costringerà le compagnie di navigazione a spostare verso altri paesi extraeuropei del Mediterraneo i loro scali. Ora c’è bisogno di rimanere compatti, grazie al fronte unitario che i sindaci, sindacati, le associazioni del territorio  stanno creando, con il sostegno di preminenti istituzioni come la Regione e l’Autorità di sistema portuale, e andare oltre la semplice protesta dimostrando di avere la forza, come territorio, di chiedere una deroga alla futura legislazione per tutelare il ruolo nevralgico per l’intera portualità italiana che Gioia Tauro ha saputo riconquistare, essendo ampiamente nota come porta europea dei traffici marittimi nel nome di quella baricentricità del Mediterraneo trasversalmente riconosciuta. Dobbiamo riuscire a spiegare agli organismi europei che è francamente incoerente che mentre si investono risorse per accelerare l’ingresso e l’uscita dall’Europa delle merci, attraverso un servizio che Gioia Tauro garantisce senza eguali in Italia per velocità ed efficienza, allo stesso tempo si taglia tale servizio con una norma rigida che non tiene conto delle specificità delle operazioni garantite in Calabria da oltre 3 mila addetti, diretti e indiretti, che dall’oggi al domani potrebbero trovarsi senza lavoro, gettando nel baratro della crisi più nera una regione dove almeno il 50% del Pil privato è prodotto proprio grazie al trasbordo dei container».

 

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