“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
“Recita così il comma 2 dell’art 3 della Costituzione della Repubblica Italiana secondo cui sarebbe compito della Repubblica, e quindi di chi la governa, rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale. RIMUOVERE, apounto, non crearne degli ulteriori.
Non è, tuttavia, mosso da questo spirito l’emendamento al DDL P.A., presentato giovedì dall’On.le Marco Meloni alla Camera dei Deputati. Esso sancisce infatti la discriminazione tra gli studenti di diversi atenei che, seppur abbiano conseguito lo stesso voto di laurea, saranno costretti ad accettare la “possibilità di valutarlo in rapporto a fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato”.
Come potremmo mai accettare l’emanazione di un emendamento che classifichi formalmente gli atenei italiani in “atenei di Serie A ed atenei di Serie B”? E come potremmo mai comprendere la discriminazione della laurea come titolo di studio se siamo ben consapevoli che per raggiungerlo è necessario seguire ovunque lo stesso iter, sostenere gli stessi esami ed acquisire le stesse competenze? Accettare e comprendere tutto ciò sarebbe come ammettere che non è permesso a tutti, con pari possibilità e a pari condizioni, “il pieno sviluppo della persona umana”.
E allora che fine fa l’art 3 della nostra Costituzione? Questo è un affronto ad uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento. Un insulto a tutti coloro che vanno avanti negli studi facendo quotidianamente sacrifici solo perché nati in famiglie meno abbienti. Sacrifici che evidentemente chi oggi ci governa non ha mai fatto e, pertanto, non può capire. Un insulto a tutti coloro che ancora oggi, Sacrifici che evidentemente chi oggi ci governa non ha mai fatto e non può capire, solo perché nati in famiglie meno abbienti. Un insulto a tutti coloro che ancora oggi, nonostante la situazione critica del nostro Paese, non hanno ancora perso la speranza e credono fortemente in futuro migliore. Ecco, è proprio così che si tarpano le ali a quel futuro. Ed è per questo che noi non possiamo farci assuefare all’idea che le cose stiano cambiando e ci si possa solo abituare. No, non questa volta. Il tema della discussione è troppo importante per tacere. Noi non possiamo non contestare pubblicamente questa azione di governo ed è per questo che stiamo lavorando di concerto con Giuseppe Romeo, nostro referente in Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, per far sentire la nostra voce ed agire contro chi, con l’ennesimo “colpo basso” a noi giovani, dimostra di governare e non capire quali siano le reali priorità di un’intera generazione che dovrebbe affacciarsi al mondo del lavoro in maniera sicura e non sentendosi umiliata e limitata dopo gli sforzi profusi per raggiungere un titolo di studio. Diciamo che è giusto riformare ed è giusto rinnovare a condizione però che, nel formulare emendamenti e leggi, si capiscano le vere problematiche della nostra nazione cercando di risolverle con concretezza e prestando maggiore attenzione a quelli che sono i principi fondamentali dell’ordinamento del nostro paese. E lo diciamo in qualità di studenti universitari di un ateneo del sud, di giovani di Forza Italia, ma soprattutto di cittadini italiani.
Alessandro Nociti
Responsabile Dipartimento Istruzione e Cultura F.I.G. Reggio Calabria
Vincenzo Primerano
Coordinamento Provinciale F.I.G. Reggio Calabria