Una triste storia di abusi sessuali e pedofilia arriva dalla Sicilia ed ha come protagonista un Frate laico calabrese, “Fra Adriano Stambè , appartenente alla Parrocchia San Domenico di Messina, che è stato denunciato dal signor Andrea Baldon, per “presunte” molestie sessuali su minori e pedoflia. In questi giorni su Facebook precisamente su una pagina del Messinese, è apparso un post contenente alcuni frammenti di conversazioni tra il sopracitato Frate Adriano Stambè, originario di Vibo Valentia, e il signor Baldon, autore del tranello. Inizialmente come spesso accade, la notizia è apparsa come una bufala , tante infatti sono state le accuse e i commenti in difesa di Fra Adriano, e tante le calunnie contro chi ha deciso di inviare alla stampa quelle conversazioni assolutamente inequivocabili in cui il frate dichiarava apertamente di fare uso di sostanze stupefacenti e di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini e minori, inoltre oggetto dei messaggi sono state le foto pedopornografiche inviate al Baldon in cui purtroppo era ben visibile un bimbo di 5-6 anni a cui il Frate asseriva di aver “leccato le parti intime” dopo aver dato 100 euro al padre per l’acquisto della cocaina. Intervistato telefonicamente, Baldon residente al nord, ha raccontato la sua versione dei fatti.
“Volevo precisare innanzitutto che purtroppo la vicenda è vera, qualora non lo fosse stata non mi sarei mai esposto in questo modo. Tutto è iniziato circa un mese fa, dopo una conoscenza virtuale nata appunto su Facebook. Le conversazioni in un primo momento erano delle semplicissime conversazioni nate dal mio interesse verso la chiesa(sono un uomo di fede cattolico praticante) conversazioni basate sulla conoscenza delle rispettive personalità. Purtroppo andando avanti mi sono reso conto che in quell’uomo c’era qualcosa che non andava. Stambè il più delle volte era solito dare delle risposte sconnesse e prive di senso, inventando peraltro grossissime bugie, come la malattia terminale del padre. Ma al di là delle menzogne narratemi, quello che mi ha spinto a sporgere immediatamente denuncia, è stato quando insospettito da alcune frasi ho posto una fatidica domanda : “ma tu sei bisex?”, cosi fingendo anche io gli stessi interessi sessuali, ho scoperto una scioccante verità. Non solo il frate in questione affermava apertamente di pagare dei ragazzi escort, di fare uso di sostanze stupefacenti per aggiungere un po’ di brio alle serate ma dichiarava anche di aver avuto rapporti con altri preti di tutta italia e soprattutto ragazzi minorenni. Così spacciandomi per un camionista, obbligato dal lavoro a scendere in sicilia con un compagno, ho finto di stare al gioco, e di voler un incontro con lui. Da quel momento in poi la cosa è degenerata come si può ben leggere dagli dalle conversazioni di Facebook e whatsapp. Il frate ha iniziato a mandare delle foto in cui appariva completamente nudo, e chiedere ovviamente anche delle foto dei miei presunti compagni di viaggio, e nonostante lo avessi avvertito più volte che fossero dei minori, per lui non ci sarebbe stato nessun problema ad avere rapporti sessuali non solo con uno ma con due, insomma Frate Adriano avrebbe voluto fare un’orgia. L’apice è stato raggiunto quando mi è stata inviata la foto di un bimbo di 5-6 anni del suo sedere e delle sue cosce aperte con l’organo genitale ben in vista, oltre alle immagini allegate, il frate asseriva di aver leccato le parti intime del bimbo dopo aver donato 100 euro al padre del piccolo che, bisognoso di denaro per l’acquisto della sostanza stupefacente, aveva chiesto al prete appunto i soldi specificando testuali parole: “io non sono mica frocio al massimo ti posso fare leccare il mio figlioletto… “, “alla fine era carino e l’ho fatto”. Ecco quella è stata la cosa che non ho potuto sopportare, ho retto fin quel momento ma poi sono scoppiato e ho rivelato che non sarei mai sceso con nessun mezzo e con nessun compagno, nonostante ciò , e ignorando le mie parole, però continuava a rimarcare l’incontro che avrebbe dovuto esserci ribadendo l’intenzione di avere non solo rapporti a 4 ma anche singoli in sede privata con uno dei miei due compagni.
Inoltre mi ha confidato che una volta era stato anche con un bambino di 9 anni: “ ma nulla di che solo un bacetto e gli ho toccato il pisellino”. Voglio però precisare che per me questo tipo di esperienze non sono del tutto nuove, tempo addietro ho infatti scoperto un prete di Taranto in una situazione analoga, prete che lo stesso Adriano ha definito “uno scemo che si è fatto beccare” e che poi è stato sospeso. Una volta sicuro del materiale in possesso e delle dichiarazioni esplicite fattemi, mi sono così presentato presso la caserma di Rovigo e ho sporto denuncia contro il Frate. Come ho detto prima sono un uomo di fede e in quanto tale pretendo il pieno rispetto delle leggi della Chiesa , ed esigo che ogni comportamento decisamente inopportuno e non idoneo al clero venga punito. Ho scelto di raccontare tutta la verità allegando la denuncia , le foto e le conversazioni in mio possesso. Questo uomo deve essere punito e soprattutto curato. Io sono stato solo l’autore di un tranello, perfettamente riuscito.”
Questo è quanto ha raccontato il signor Baldon, racconti testimoniati da denuncia e materiale. Tanti sono stati i casi simili, molte volte mai rivelati e tenuti nascosti per celare “scomode verità”,tuttavia le immagini parlano da sole, ogni commento sarebbe superfluo. L’autore del tranello ha permesso che tutto ciò venisse a galla mettendoci la faccia e denunciando la gravità di queste vicende ancora da verificare, per cui qualora i fatti dovessero essere veri ci si aspetta che la giustizia faccia il suo corso-. In allegato la denuncia. Da precisare inoltre che ci sono delle indagini in corso per accertare la “veridicità dei fatti”.
Giada Zurzolo