Gioia Tauro (Reggio Calabria). Si infiamma il dibattito politico a Gioia Tauro, e con una durissima nota stampa, l’ex sindaco di Gioia Tauro non le manda certo a dire ai rappresentati di Cittadinanza democratica, rei – secondo Alessio – di aver fallito politicamente, ed esser costretti a sparlare e starnazzare “per ricordare a tutti noi che lei c’è”.
“Ogni tanto Cittadinanza Democratica, con firma invisibile, esce fuori dal suo letargo politico, si agita sui social network, sparla e starnazza per ricordare a tutti noi che lei c’è. Ricorda la scritta che si leggeva, molti anni fa, su alcune insegne dell’autostrada prima di qualche area di sosta e che diceva “Dio c’è”, era sicuramente un avviso, ma quella aveva un altro significato.
Adesso – non avendo proposte e progetti per la Città, come d’altronde non ne ha mai avute neanche in passato – lancia la sua fatwa contro Aldo Alessio e la Cgil, che hanno avuto l’ardire di non allinearsi al “pensiero unico” di Cittadinanza Democratica, rei, quindi, di esprimere opinioni e di far valere le proprie ragioni.
I componenti di Cittadinanza democratica “non sono più verginelle” in politica, hanno governato la Città di Gioia Tauro per quasi quattro anni ed hanno fallito! Non hanno avuto neanche il coraggio di confrontarsi in sede di consiglio comunale su quel “famoso” bilancio comunale di previsione per l’anno 2014, che avrebbero potuto approvare a marzo u.s.
Hanno invece aperto una crisi con le dimissioni del sindaco e il conseguente scioglimento del consiglio comunale, senza fare i doverosi passaggi istituzionali e prendendo chissà dove decisioni importanti per il destino della città.
Per rendere presentabile il bilancio i Commissari Prefettizi hanno dovuto lavorare sei mesi e sudare sette camicie. Il documento contabile è stato infatti riscritto prima di essere approvato.
In questi anni di disamministrazione della città sarebbe stato più utile occuparsi dei conti pubblici e seguire gli ammonimenti della Corte dei Conti, che già nel settembre del 2013 aveva accertato “l’inadempimento, da parte del Comune di Gioia Tauro, delle misure correttive richieste” e che in barba ai più elementari principi di legalità e di democrazia sono stati puntualmente disattesi, senza neanche informare il consiglio comunale che era il legittimo interlocutore e il titolare delle decisioni che si sarebbero dovute prendere in merito alle misure correttive richieste.
Ma probabilmente per i componenti dell’amministrazione comunale da voi sostenuta la parola “democrazia” è un qualcosa di applicabile solo quando riferita ad altri.
Quello della Corte dei Conti era un campanello di allarme che dimostrava una inefficiente gestione finanziaria dell’Ente Comune.
Agli esponenti di Cittadinanza democratica, che sulle tematiche ambientali ritengono di essere i soli depositari e custodi della verità, vorrei ricordare che per oltre tre anni e mezzo ci hanno fatto vivere dentro le montagne di rifiuti che si accumulavano per le strade e nelle piazza cittadine, fatto salvo un ultimo breve periodo di raccolta differenziata, frutto dell’impegno dell’assessore Savastano, il cui progetto “porta a porta” è stato perfino, ritardato nella sua approvazione.
Sul termovalorizzatore non ci sono notizie di controlli effettuati sull’impianto. Hanno mai preteso che la Regione accertasse il suo corretto funzionamento? Non sappiamo inoltre quante volte abbiano alzato la voce contro il gestore e contro le inadempienze della Regione. E lo stesso ragionamento è riferibile al corretto funzionamento dell’impianto di depurazione. Non abbiamo mai sentito una parola dei vecchi amministratori levarsi contro la Iam. Si sono fiondati all’interno del consiglio di amministrazione sin dal primo giorno di insediamento al comune, ma i rappresentanti nominati si sono limitati a scaldare la sedia senza mai alzare la voce contro l’azienda. Eppure non era complicato pretendere che gli utili, quindi, i profitti della Iam fossero utilizzati per le innovazioni tecnologiche e la ricerca ambientale, a garanzia di un migliore funzionamento dell’impianto, oppure per ridurre la tassa ai cittadini sulla depurazione delle acque, anziché utilizzarli in parte per finanziare spettacoli, associazioni o per altre cose che non hanno alcuna attinenza né con l’impianto e né con la salvaguardia dell’ambiente.
Potremmo porci gli stessi interrogativi per le problematiche del porto, dell’area industriale, della Med Center Terminal, dell’Autorità Portuale, o sull’Ospedale Civile Giovanni XXIII di Gioia Tauro, avviato alla chiusura nonostante un manifesto qualche mese fa annunciava l’apertura di nuove sale e reparti, per non parlare infine di quella parte del lungomare da voi mal realizzata nonostante i fondi europei dei pisu.
Ci saremmo aspettati prima dell’uscita dalla scena amministrativa un ultimo manifesto in cui rendicontare ai cittadini la eventuale riduzione del debito pubblico. Ovviamente non lo hanno fatto perché i conti gestionali dell’amministrazione comunale da voi sostenuta non erano in ordine.
La città è stanca di sentire le lamentele ed i rimpianti di chi ha dovuto lasciare un po’ di marmellata nel barattolo ed è stanca del continuo tentativo di attaccarmi: capisco che parte importante dell’elettorato che ha votato per me aveva in mancanza di meglio votato per Cittadinanza Democratica che a quel tempo su di me spargeva solo amore e fiori. Ora le scarpe vanno strette perché Cittadinanza Democratica ha tradito ogni promessa ricoprendo la Città di incompetenza e in quattro anni ha prodotto solo odiosi attacchi a pioggia conditi da vergognosi compromessi e dalla svendita della dignità istituzionale.”
Aldo ALESSIO
già Sindaco di Gioia Tauro