Rocco Sciarrone, consigliere provinciale di Reggio Calabria è stato arrestato a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, da parte della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e il Commissariato di P.S. di Gioia Taur. Per Sciarrone è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. In particolare il consigliere provinciale di Gioia Tauro è accusato dei reati previsti dagli artt. 612 bis co. 2 e 4 c.p., 609 bis co. 1 c.p., 609 ter c.p. nr.5, 609 quater c.p. e 609 septies co. 4 nr. 4 c.p..
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini Sciarrone non rassegnatosi alla fine della relazione con la ex fidanzata, avrebbe minacciato e molestato la stessa attraverso continue, perduranti e reiterate vessazioni di ordine fisico e psicologico (consistenti in minacce, anche di morte, percosse, pedinamenti, danneggiamenti e lesioni). Inoltre dalle indagini si accertava come il giovane, in una circostanza, la scorsa estate, in preda a ossessiva gelosia, avesse costretto la donna a subire atti sessuali contro la sua volontà.
La donna da alcuni anni viveva in uno stato di terrore in quanto era ormai continuamente molestata e minacciata dall’uomo, che nella sua ossessione per lei aveva posto in essere svariati atti persecutori quali: cancellare le amicizie maschili dal social network Facebook su cui la donna era registrata; imporre di non indossare abiti aderenti e di non voltarsi a salutare le persone; la pedinava e le vietava di incontrare altre persone; la ingiuriava pesantemente; la minacciava di morte; a seguito di un litigio la percuoteva violentemente; in un’occasione le rompeva il telefono cellulare; in un’altra occasione le prendeva il telefono cellulare per controllarglielo per poi trattenerlo; in un’ulteriore occasione la gettava a terra e la percuoteva violentemente con pugni e calci; in un’ulteriore occasione per futili motivi la percuoteva sferrandole un pugno al volto che le procurava lesioni; in un’altra occasione la percuoteva, minacciandola di non riferire l’occorso a nessuno; in un’ulteriore occasione minacciava i congiunti della donna a consegnargli i cellulari; in un’ulteriore occasione la minacciava di pubblicare dei video intimi che la ritraevano; in un’ulteriore occasione si presentava nel cuore della notte presso l’abitazione della donna accusandola (falsamente) di fronte ai genitori di avere una relazione con un altro uomo.