Riceviamo e pubblichiamo
Cittadinanza democratica, nel misero tentativo di dire che il loro bilancio l’avrebbero fatto meglio di come l’ha fatto il commissario, ci chiama in causa in maniera nuovamente strampalata, fingendo di non conoscere le elementari regole dell’amministrare. Salvatore Nardi e Jacopo Rizzo gioiscono perché nel varare il documento finanziario il commissario avrebbe bocciato la proposta di esternalizzazione del servizio di raccolta rsu, ma, nel farlo non si accorgono della grave ignoranza politica insita nella loro stessa propaganda personalistica: il nostro maxi emendamento, che prevedeva anche un nuovo sistema per il porta a porta, è scaduto non appena sciolto il consiglio comunale e il commissario, nel redigere il nuovo bilancio, non ha bocciato alcunché visto che nessuno ha riproposto, all’ente commissariato, nè quello nè altri emendamenti.
Siccome l’errore voluto è grave, però, non possiamo non chiederci come mai cittadinanza democratica – pur di uscire dall’anonimato frutto del loro fallimento – si scagli contro gli uffici comunali ed il prefetto che guida l’ente, e, per depistare l’opinione pubblica, tira nuovamente in ballo la falsa versione delle dimissioni del sindaco Bellofiore come conseguenza del nostro mai discusso emendamento. Se l’attacco a noi in qualche modo può essere giustificato dal solito rancore personale che ci riservano – perché abbiamo tolto di mano un giocattolo che affossava la città e favoriva i loro amici politici – stupisce il tenore delle critiche rivolte all’ente commissariato. Se il bilancio è quello che è, non è per via di una scelta arbitraria del commissario o per un capriccio della nuova dirigente di settore. Questo bilancio, improntato al risparmio e costretto dalla scarsa possibilità di programmazione, è il risultato di una gestione, fino all’aprile 2014, che non ha voluto ascoltare le nostre ragioni, non ha tagliato le privatizzazioni costose come quella per l’energia elettrica, non ha messo ordine nella pianta organica e, da ultimo, non ha riflettuto su come poter migliorare la raccolta dei rifiuti, oggi fallita sotto gli occhi di tutti. L’esternalizzazione che volevamo non era irragionevole ne illegittima, visto che proprio nella vicina Palmi il consiglio ha di recente votato il bilancio contro il parere dei revisori, evidentemente perché non è fuori legge presentare una proposta che all’organo di controllo non piace o, come è successo al nostro emendamento, viene bocciata…ma solo dopo una seconda pilotata lettura. Infine, ci permettiamo di rivolgere un rispettoso appello a tutti gli operatori della stampa, impegnati a tutelare il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere informati. Ci attendono mesi di un’aspra contesa politica, che noi vogliamo affrontare senza personalismi, nell’interesse della città e all’insegna della verità. Vorremmo venisse rimarcato una volta e per tutte un fatto che evidentemente non piace a chi fa propaganda contro di noi, ma che è solo e soltanto l’inoppugnabile e documentata storia recente: il nostro emendamento, che ad un certo punto avevamo ritirato, dopo l’intercessione del segretario regionale del Pd, non è stato la causa delle dimissioni del sindaco, uscito di scena invece per via di un metodo che aveva evidentemente esaurito tutti gli appetiti potenzialmente assecondabili.
Siccome l’errore voluto è grave, però, non possiamo non chiederci come mai cittadinanza democratica – pur di uscire dall’anonimato frutto del loro fallimento – si scagli contro gli uffici comunali ed il prefetto che guida l’ente, e, per depistare l’opinione pubblica, tira nuovamente in ballo la falsa versione delle dimissioni del sindaco Bellofiore come conseguenza del nostro mai discusso emendamento. Se l’attacco a noi in qualche modo può essere giustificato dal solito rancore personale che ci riservano – perché abbiamo tolto di mano un giocattolo che affossava la città e favoriva i loro amici politici – stupisce il tenore delle critiche rivolte all’ente commissariato. Se il bilancio è quello che è, non è per via di una scelta arbitraria del commissario o per un capriccio della nuova dirigente di settore. Questo bilancio, improntato al risparmio e costretto dalla scarsa possibilità di programmazione, è il risultato di una gestione, fino all’aprile 2014, che non ha voluto ascoltare le nostre ragioni, non ha tagliato le privatizzazioni costose come quella per l’energia elettrica, non ha messo ordine nella pianta organica e, da ultimo, non ha riflettuto su come poter migliorare la raccolta dei rifiuti, oggi fallita sotto gli occhi di tutti. L’esternalizzazione che volevamo non era irragionevole ne illegittima, visto che proprio nella vicina Palmi il consiglio ha di recente votato il bilancio contro il parere dei revisori, evidentemente perché non è fuori legge presentare una proposta che all’organo di controllo non piace o, come è successo al nostro emendamento, viene bocciata…ma solo dopo una seconda pilotata lettura. Infine, ci permettiamo di rivolgere un rispettoso appello a tutti gli operatori della stampa, impegnati a tutelare il sacrosanto diritto dei cittadini ad essere informati. Ci attendono mesi di un’aspra contesa politica, che noi vogliamo affrontare senza personalismi, nell’interesse della città e all’insegna della verità. Vorremmo venisse rimarcato una volta e per tutte un fatto che evidentemente non piace a chi fa propaganda contro di noi, ma che è solo e soltanto l’inoppugnabile e documentata storia recente: il nostro emendamento, che ad un certo punto avevamo ritirato, dopo l’intercessione del segretario regionale del Pd, non è stato la causa delle dimissioni del sindaco, uscito di scena invece per via di un metodo che aveva evidentemente esaurito tutti gli appetiti potenzialmente assecondabili.
Domenico Cento già consigliere comunale di Gioia Tauro
Domenico Savastano già presidente del consiglio comunale di Gioia Tauro