Da poco depositato in Commissione Europea un provvedimento che prevede una ulteriore importazione di olio d’oliva tunisino nel mercato Europeo, manovra che ha come giustificazione quella di un aiuto fornito ad un Paese in difficoltà ma – nei fatti e tanto per cambiare – a pagare il conto di questa “disponibilità europea” sarà l’Italia ed i suoi produttori olivicoli, in particolar modo quelli calabresi.
Su questa problematica interviene Giuseppe Barbaro – Pres. dei Giovani di Confagricoltura CALABRIA – “la decisione della Commissione Europea di autorizzare l’accesso temporaneo supplementare di olio d’oliva tunisino nel mercato dell’UE è sciagurata, viene assunta sulla pelle e sui bilanci delle aziende italiane, rivela per l’ennesima volta la politica miope di un’Unione sempre prodiga verso gli altri e dannatamente ostile verso chi – con impegno, lavoro e risultati – crea reddito ed occupazione in Italia e non solo.”
La Federazione Naz. Olio dei Giovani di Confagricoltura – guidata dal calabrese Rocco Bongarzone- è già in mobilitazione! Il nostro obiettivo è quello di far annullare queste ulteriori facilitazioni alle produzioni extracomunitarie; ora è la volta dell’olio tunisino, qualche tempo fa furono beneficiate le arance del Marocco.
Continua – il Pres. Barbaro – “Nel caso non lo avessero capito, e il richiamo vale per tutti dalla Calabria fino a Roma, l’olivicoltura italiana è sì qualitativamente forte ma nelle dinamiche del mercato è costantemente sotto attacco, la Tunisia – ad esempio – esporta già, in forza di un accordo di associazione, ben 57 mila tonnellate di olio ed ora, per gentile ed ulteriore concessione, ne arriveranno senza dazio altre 35 mila.”
Afferma, ancora – il Giovane di Confagricoltura – “Non stiamo qui a fare l’elenco dei problemi, delle calamità e delle patologie che hanno investito il settore olivicolo calabrese ed italiano rendendolo vulnerabile, diciamo semplicemente che siamo allibiti da questa ennesima presa per i fondelli, che non accettiamo le ragioni di una politica che travolge le logiche della produzione e dell’occupazione, che essere sensibili, aperti e solidali non può significare danneggiare aziende in Calabria ed in Italia.”
“Ci si dica chiaramente cosa dobbiamo fare: facciamo impresa e qualità oppure chiudiamo?”
Invitiamo i nostri rappresentanti regionali ad attivarsi per sensibilizzare parlamentari, governo ed europarlamentari, il provvedimento sull’olio tunisino avrà un impatto che forse, tra le nebbie di Bruxelles, è poco chiaro.
Conclude il Pres. Barbaro: “siamo pronti, al Sud e non solo, a bloccare i porti per scongiurare questo attentato all’olio d’oliva Italiano”