Giunta Tripodi a rischio. La Sinistra chiede l’azzeramento

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Sinistra per Rosarno fa sul serio, ma la Tripodi ha un’arma segreta. A Rosarno ritornano, forti, le tribolazioni all’interno della coalizione di governo. La maggioranza pare attesa da una prova decisiva: la riunione interpartitica. In questo contesto Sinistra per Rosarno, rappresentata dal capogruppo Rocco Pronestì (e che comprende il presidente del consiglio Antonio Bottiglieri e l’assessore Teodoro De Maria), non ha nascosto un profondo malumore. «Il gruppo Sinistra per Rosarno, in vista dell’imminente riunione interpartitica, fortemente voluta dagli stessi membri del gruppo e da tempo richiesta, si è riunito per discutere delle problematiche inerenti lo stallo politico amministrativo». Si parla, quindi, di stallo e di difficoltà, argomenti che Pronestì e Bottiglieri conoscono bene, visto che sono tra i pochi a girare tra la gente di Rosarno e coglierne i malumori. «La questione argomentata – si legge nella nota della Sinistra – riguarda la maggioranza consiliare con particolare riferimento alle difficoltà dell’attuale Giunta comunale, incapace di dare atto al mandato degli elettori rispetto all’agire politico. Un messaggio chiaro inviato al partito democratico, che vanta la presenza di 4 assessori su 6 oltre il Sindaco all’interno della Giunta, ragion per cui avrebbe dovuto far da traino a tutte le attività anziché da freno». Sul banco degli imputati il Pd, partito del sindaco Elisabetta Tripodi, che ormai da tanto tempo non registra buone performance elettorali e sembrerebbe in flessione. Ma molto surrettiziamente Pronestì fa riferimento a 4 assessori Pd, quindi includendo un altro misterioso membro della giunta. Il Pd ufficialmente schiera Carmelo Cannatà, vicesindaco, e gli assessori Michele Fabrizio e Filippo Italiano, ma evidentemente uno tra Francesco Bonelli – lista agorà – e Francesco Bruzzese – indipendente – viene considerato organico ai democrat, sbilanciando la giunta. «Purtroppo, il fatto di aver la maggioranza in Giunta e quindi la forza di imporre il proprio agire non significa che le scelte fin qui operate siano state sempre opportune, tutt’altro. Il gruppo intende precisare che non ne fa una questione di numeri e quindi non apre una polemica propedeutica all’aggiudicazione di qualche altra casella, ma punta a sottolineare l’incapacità chiara e netta, visti i risultati, di alcune deleghe chiave». Dunque il messaggio è chiaro: la giunta non funziona, il Pd non funziona, qualche assessore pesante deve fare le valigie. «Questo ci spinge a chiedere un immediato rilancio dell’attività politico amministrativa, anche se ciò dovesse produrre tagli dolorosi all’interno della Giunta, ma necessari al bene comune». Fin qui il pensiero chiarissimo della Sinistra, ma dall’altra parte c’è la Tripodi. La sindaca ha, dalla sua, una “via d’uscita”, e cioè protrarre il dibattito per almeno tre settimane. Se la Tripodi riuscisse ad arrivare al 24 febbraio, non ci sarebbero più elezioni per almeno un anno, e quindi la Sinistra non avrebbe contromisure, e non potrebbe minacciare di mandare a casa l’amministrazione e votare a maggio 2015. Si tratta, dunque, di una partita a scacchi, con da una parte un’uscita molto coraggiosa, e soprattutto pubblica, di Pronestì e dall’altra una sindaca che ha saputo resistere ad enormi defezioni nella sua maggioranza – che si tiene i vita grazie ad un solo consigliere comunale, peraltro pendolare da Milano – e che sa che se resisterà poco meno di un mese avrà un successore solo nel 2016. Il momento, comunque sia, è decisivo per Rosarno. La Sinistra non vorrà perdere la faccia e andrà fino in fondo verso il rilancio  – che dovrebbe leggersi come azzeramento della giunta – ma la Tripodi non dovrebbe mandar giù facilmente la defenestrazione di almeno due assessori (a chi toccherebbe tra Cannatà, Bonelli, Fabrizio o Bruzzese?). Di sicuro Pronestì e compagni sanno bene  – e lo ammettono candidamente nella nota – che con lo schema attuale, si rischia una  Caporetto alle amministrative 2016.

Domenico Mammola

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