In concomitanza con altre cento citta italiane, con grande partecipazione si è tenuta sabato 23 gennaio in piazza Rosario la prima veglia delle Sentinelle in Piedi a Villa San Giovanni. Abbiamo incontrato tanta gente che si è fermata, come richiamata a conoscere, riflettere e interrogarsi da un popolo ordinato e pacifico, il cui silenzio scuote più di ogni parola gli animi assuefatti. Ma soprattutto abbiamo fatto un’esperienza di libertà, affermando che dipendiamo da qualcosa di più grande di un potere che vuole zittirci, assecondando quanti si ribellano capricciosamente ad una verità di natura.
Sabato siamo scesi in piazza per dire no al testo sulle cosiddette unioni civili (ddl Cirinnà), no all’abominevole pratica dell’utero in affitto; per dire sì alla famiglia, cellula fondante della nostra società, sì al diritto di ogni bambino ad avere un papà ed una mamma, sì alla libertà d’espressione e soprattutto sì ad uno Stato che non neghi, bensì valorizzi, la nostra natura complementare di uomini e di donne. Con il ddl Cirinnà si assegna alle convivenze, anche per le coppie dello stesso sesso, lo stesso status giuridico che il matrimonio conferisce a marito e moglie, compresa l’adozione dei figli (stepchild adoption). Ma ciò che accade in una coppia dello stesso sesso non può essere trattato giuridicamente come se fossimo di fronte ad una famiglia fondata sul matrimonio, perché alle prime manca la possibilità di generare una vita. I diritti delle persone, quelli veri, si scrivono migliorando il codice civile e non estendendo impropriamente il diritto matrimoniale. Ma soprattutto non si può accettare una legge che permette di trattare la persona umana non come fine ma come mezzo. Il ddl Cirinnà contiene, infatti, tale perversione perché con la stepchild adoption si permetterebbe ad un uomo con tendenze omosessuali di acquistare un figlio, ricorrendo all’estero all’abominevole pratica dell’utero in affitto, e poi di far adottare al compagno questo bimbo. Ma un figlio non è un mezzo per soddisfare il desiderio di paternità di due uomini. Non è accettabile rendere quel bambino orfano per volontà di due adulti, non è accettabile ridurre una vita umana a merce, non è accettabile sfruttare la donna e ridurre il suo corpo a macchina per la gestazione.
Continuiamo allora ad essere sentinelle nella vita quotidiana, ad informarci, a riscoprire la verità sull’uomo, vivendola e opponendoci alla menzogna del potere. Continueremo a riunirci e a vegliare nelle piazze in un silenzio che solo può sprigionare l’anelito e l’amore alla verità sempre e ancora presente in ogni uomo, sebbene oggi soppresso dal rumore di un potere invadente.
A questo proposito invitiamo tutti i reggini a partecipare numerosi al Family Day che si terrà il prossimo 30 gennaio a Roma per dire no al ddl Cirinnà e sì alla famiglia.
Luigi Iacopino – portavoce Sentinelle in Piedi – Reggio Calabria