Grande successo per l’evento “Arte in Banca”. Ricordo e omaggio all’artista Adriano Fida
Si è svolto sabato 5 aprile a Gioia Tauro, nei locali della Banca Mediolanum, l’evento in memoria dell’artista Adriano Fida.
Un racconto attraverso le parole del Direttore Artistico Cosimo Allera, alla presenza del curatore d’arte Marco Dionisi Carducci, del giornalista e critico Giuseppe Livoti, del fratello di Adriano Fida, Pasquale, della Dott.saa Cristina Petea, che ha promosso l’evento di grande caratura e del pubblico.
Adriano fa parte di una narrazione della Calabria artistica contemporanea che spesso viene dimenticata e che invece deve continuare ad essere promossa.
L’esposizione ha presentato al pubblico una selezione di alcune tra le opere più significative della pittura di Adriano Fida. Intime, mature, dai potenti connotati simbolici e tecnici estremamente maturi.
Dallo sviluppo del ciclo pittorico incentrato sulle nature morte e sul mito, omaggio all’origine magnogreca della terra natìa, alle opere più recenti, forti di una stagione pittorica sofferta, ma proficua.
La conclusione di un viaggio onirico che è oggi testamento d’inestimabile valore umano e professionale, che mette i posteri in condizione – e dovere – di valorizzare e divulgare.
“Presagi” è il riconoscimento alla vita artistica di un assoluto protagonista del genere figurativo, che già nel 2016 Ferdinando Creta, amico e critico, ammirandone la tecnica sublime, aveva definito un «Giovane pittore maturo».
Quella di Fida è stata una ricerca ossessiva e costante, una irrefrenabile sete di conoscenza, accresciuta nel tempo dallo studio personale e dal confronto con stimati colleghi, come Roberto Ferri, Alessandro Sicioldr, Gianluca Sità, Daniela Astone, Jara Marzulli; e con il suo grande maestro Silvano Gilardi (quell’ Abacuc fondatore del movimento Surfanta), da cui Fida apprese la tecnica dell’affresco e assorbì quelle note esoteriche e surreali mai celate.
Accenti visionari, che nei lavori degli ultimi anni sono divenuti più acuti, ma sempre equilibrati, nel contesto di una pittura che via via si era fatta dolce, dai toni pastello.
Una pittura celestiale, una premonizione, tracciata nettamente da Vittorio Sgarbi in un appassionato ricordo per Il Corriere della Sera all’indomani della sua scomparsa: «Ora questi dipinti visionari continuano a vivere senza di lui, e indicano un percorso definito, chiuso, di cui soltanto Fida poteva essere consapevole, stabilendo cosa voleva dirci, e che ci ha detto. Oggi, senza di lui, possiamo capirli meglio. Egli ci ha raccontato quello che avrebbe visto, quello che sta vedendo, lasciando memoria dell’aldilà. Adesso ci appare chiaro che tutta la sua opera è stata un presagio».