Gratteri: irrigidire 41 bis con campi lavoro e registrazione colloqui tra coniugi

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Nicola Gratteri Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, intervenendo oggi durante un’audizione in Commissione Diritti umani al Senato sul regime di detenzione del 41 bis, ha rimarcato la centralità di tale misura carceraria nella lotta alla criminalità organizzata. Secondo Gratteri infatti il 41 bis è uno”strumento irrinunciabile contro la mafia e la ndrangheta che però va affrontato con obiettivi chiari perché solo così c’è un bilanciamento con i diritti umani”, per il magistrato di Gerace però la misura va migliorata aumentando “il numero di aree riservate al 41 bis, per non consentire la comunicazione tra i detenuti” e prevedendo come destinazione per la detenzione dei capi delle organizzazioni mafiose i carceri delle aree insulari con”un’adeguata rotazione del personale Gom”, per “non creare assuefazione del personale all’ambiente”.

Numerose le proposte del procuratore della Procura Distrettuale reggina, tra cui quella di attuare video conferenze per tutti i detenuti per risparmiare sui costi del personale e delle traduzioni e quella di diminuire il numero di carcerati sottoposti a tale regime, atteso che ”i 41 bis oggi sono 750 ma il sistema non può gestire più di 500. Limiterei il numero dei 41 bis, ma per quelli che sono in questo regime di detenzione, dovremmo stare più attenti. Dobbiamo pensare a un 41 bis che funzioni veramente, dobbiamo essere seri e severi sull’applicazione su chi è veramente pericoloso”

Secondo Gratteri inoltre vanno potenziati i controlli durante i colloqui, poichè “nel momento in cui c’è un colloquio bisogna guardare la mimica facciale, i segni che il detenuto fa ai parenti con braccia e mani. Ci vuole un Gom esperto, non è una cosa semplice” portando ad esempio il colloquio tra coniugi “la moglie del detenuto è anche avvocato: quel colloquio non si registra. Il legislatore ha il dovere di intervenire su questo vuoto enorme di cui nessuno parla. In Calabria ci sono una decina di casi”.

 Infine il procuratore aggiunto al Senato ha rimarcato la necessità di irrigidire il 41 bis: “io sono per i campi di lavoro, non per guardare la tv. Chi è detenuto sotto il regime del 41 bis coltivi la terra se vuole mangiare. In carcere si lavori come terapia rieducativa. Il tossicodipendente deve lavorare otto ore al giorno, perché un altro può stare 10 ore davanti tv? Occorre farli lavorare come rieducazione, non a pagamento. Se abbiamo il coraggio di fare questa modifica, allora ha senso la rieducazione. Ci sono capi mafia di 60 anni che non hanno mai lavorato in vita loro. Farli lavorare sarebbe terapeutico e ci sarebbe anche un recupero di immagine per il sistema”.

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