Prima era solo un’illusione, dopo una speranza e alla fine anche se la logica diceva di no, sembrava tutto andasse per il verso giusto. I principali quotidiani nazionali lo riportavano ormai per certo, su wikipedia addirittura era stata aggiornata la sua biografia. Sui social network era un tam tam di indiscrezioni più o meno fondate, speranze, preghiere e voti da rispettare in caso se… Poi il tweet di Renzi “arrivo” e allora tutti davanti alla tv, ai pc con streaming che vanno e vengono, alla radio pronti ad attendere quel nome che non solo avrebbe veramente dato un nuovo corso alla giustizia ma avrebbe ridato speranza e orgoglio alla Calabria. Arriva Renzi, eccolo, preambolo di rito condito dalle solite battute e poi via la lista dei Ministri: Del Rio sottosegretario ok lo sapevamo, Alfano Interni, tutto come previsto bene allora le indiscrezioni sono vere, Giustizia….. Orlando! Ecco la doccia fredda Nicola Gratteri non sarà il nuovo Ministro della Giustizia. Gli stati d’animo sono diversi all’apprendere la notizia, incredulità, stupore, rabbia molta rabbia, rassegnazione per poi concludere con un sorriso amaro e una riflessione ancora più triste. No, non era possibile Nicola Gratteri non poteva diventare Ministro della Giustizia. Tanti i commenti di indignazione su twitter e facebook per la mancata nomina, ma forse uno racchiude il vero senso del perché Gratteri non poteva e soprattutto non doveva diventare Ministro della Giustizia “non si può mandare il lupo nella mandria”. Diverse le ipotesi di chi abbia messo il veto, ovviamente il primo a finire sulla graticola è stato Berlusconi per ovvie ragioni, poi Alfano che aveva dichiarato chiaramente di non volere un giustizialista, ma poi con il passare delle ore il cerchio si è stretto sempre più e ha portato ad un solo indagato, quello che dovrebbe essere il garante della Costituzione…
Renzi è entrato al Quirinale con un’idea ben chiara, il Ministro della Giustizia sarà Nicola Gratteri, vi è anche la foto agli appunti del nuovo Premier dove si legge una dicitura “magistrato in servizio”, a dimostrazione che il nome del procuratore aggiunto di Reggio Calabria non è stata un’invenzione giornalistica. Ma ormai è andata così, oltre che un bene per il Paese poteva e doveva essere un motivo di vanto e di orgoglio per la Calabria intera, per una volta avremmo potuto dire il migliore e più preparato Ministro è calabrese, e invece no, noi dobbiamo essere quelli con la coppola e la lupara perché dell’attesa e della speranza della gente di Calabria di avere Gratteri come Guardasigilli nessuno ne ha parlato. Ah, un ministro calabrese ce l’abbiamo, un sindaco definito “antimafia”, ma se veramente si voleva combattere il malaffare un magistrato stimato in tutto il mondo sarebbe stato meglio no? Ma si sa, in Italia apparire è meglio che essere, e visto che siamo in clima sanremese siamo o no la terra dei cachi?
Angelo Zurzolo