Graziano (CDL): Il trasporto su gomma buco nero delle risorse pubbliche

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“La mozione su Trenitalia (presentata da Flora Sculco) approvata in Aula sull’esclusione della Calabria da parte di Trenitalia dal piano assunzioni nazionale, pone l’accento su una questione che dovrà vederci rapidamente in Aula per discutere del Piano regionale dei trasporti. Per dire basta a simili trascuratezze, ma anche per chiederci dove sono andati a finire le centinaia e centinaia di milioni di euro del trasporto pub­blico locale erogate in questi anni”.

E’ quanto afferma il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Graziano, che precisa: “Negli ultimi anni la Calabria sul trasporto pubblico è stata impoverita. Trenitalia, però, se ne infischia. E continua nella politica del ridimensionamento, tagliando corse, tratte, chiudendo stazioni e facendo quasi scomparire la Calabria dall’Italia. Basti vedere la situazione delle zone interne o la costa jonica, dove prendere un treno è un’odissea, arrivare in orario un miraggio, sperare in un convoglio pulito o con un sistema di climatizzazione è impossibile”.

Ancora Graziano: “La Calabria ha il primato di una tratta (Rapporto Pendolaria 2014 Legambiente) tra le peggiori linea ferroviaria d’Italia: Catanzaro lido – Lamezia Terme. Si discuta pure dell’area baricentrica della Calabria, ma se da Catanzaro la strada ferrata per Lamezia è come se non ci fosse, di che parliamo?”.

Spiega Graziano: “Occorre tralasciare logiche altisonanti e partire dai problemi dei pendolari che vivono condizioni insopportabili. Qui le responsabilità del passato sono pesanti, non solo in termini di negoziazione e contrattazione con Trenitalia, ma anche di investimenti e miglioramenti infrastrutturali per rendere più interessante e concorrenziale il trasporto ferroviario in tutti i suoi aspetti”.

 Ancora il consigliere regionale: “La Regione oggi deve assumere atti di discontinuità. Segnalo per esempio la predominanza del trasporto pubblico locale su gomma, soprattutto in termini di investimenti della Regione. In Calabria il trasporto pubblico locale è il vero buco nero delle risorse pubbliche di questa regione. Una voragine superiore perfino a quella della sanità. So­prattutto, perché di questo buco non si parla. Perciò con immediatezza occorre un dibattito in Consiglio regionale. In Calabria sulle aziende pri­vate di trasporto pubblico locale su gomma si riversa buona parte dei finanziamenti pubblici. Qualche cifra: 300 milioni di euro (per gestori di servizi su gomma e ferrovieri), deliberati dalla Giunta regio­nale nel 2013 (piano di ristrut­turazione del debito) e oltre 208 milioni di euro di fondi FAS de­liberati qualche settimana prima delle regionali del 23 novembre 2014. Con questi investimenti dovremmo avere un servizio di mobilità locale efficientissimo, ma la realtà è diversa: collegamenti ferroviari quasi inesistenti da una parte e, dall’altra, scarsissimi e disor­dinati collegamenti su gomma”.

 Si chiede Graziano: “Le centinaia e centinaia di milioni di euro del trasporto pub­blico locale erogate in questi anni dove sono andati a finire? E perché la Re­gione Calabria non fa le gare per affidare questi servizi nel mercato, così come impone l’Unione Euro­pea? La Regione (che s’è vista bocciare una sua legge in materia anche dalla Corte costituzionale) ha continuato a rinviare le gare per l’individuazione dei gestori del servizio pubblico locale su gomma. Violando sistema­ticamente le normative europee sulla concorrenza, la Regione – incalza Graziano – ha rinviato ulteriormente le gare, senza specificare la data di scadenza degli attuali contratti di servizio pubblico stipulati con le società consortili. Insomma: gestori che accedono a finanziamenti pubblici senza alcuna gara pubblica, creando situazioni che monopolizzano il mercato e abbassano la qualità del servizio. E dire che le società beneficiarie di questi finanziamenti, presentano il conto alla Regione Calabria non come funziona nel mercato, a servizio svolto, ma anticipatamente. Ogni tre mesi – puntualizza Graziano – le aziende che hanno un contratto con la Regione presentano il conto, indicando le linee che saranno svolte ed il totale dei chilometri che saranno effet­tuati. Ma ci sono controlli? Chi verifica se quanto di­chiarato corrisponde al vero? Ogni 3 mesi, la Regione paga 300 milioni di euro. Oltre 17 milioni di acconti sono stati elargiti nei soli ul­timi 2 mesi del 2014 per il 1° trimestre 2015. Eppure – finisce il consigliere regionale – i cittadini stanno a piedi. Viaggiano su carrozze indecorose, subiscono tagli, ritardi soppressioni di corse, ecc. Hanno tutto tranne un servizio di mobilità efficiente e sostenibile”.

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