La Querelle che in questi giorni ha coinvolto, sui social e non solo, il Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza dott. Antonio Marziale e gran parte della città di Gioia Tauro, è sfociara questo pomeriggio in una conferenza convocata da un gruppo di cittadini che hanno scelto il nome di “Leoni da Tastiera, e che hanno deciso di rappresentare quella parte di cittadinanza che non ha accettato di buon grado le accuse mosse, a dir loro, dal Garante. Di seguito il Comunicato Stampa integrale consegnato alla fine della Conferenza:
riceviamo e pubblichiamo:
“In seguito alle reiterate accuse infondate rivolte ai cittadini di Gioia Tauro a mezzo stampa e tramite social media dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, il dottor Antonio Marziale, noi, cittadini provenienti da diverse formazioni e con diverse idee politiche, ma con lo stesso interesse per il bene comune, abbiamo deciso di chiarire la nostra posizione riguardo la vicenda convocando un incontro pubblico. Gli articoli apparsi su “La Repubblica” e “Gazzetta del Sud” oltre ad essere notevolmente distanti dalla realtà dipingono un quadro menzognero e generalizzante che offende la dignità di una comunità per la gran parte onesta e laboriosa qual è Gioia Tauro.
Ad aggravare i due articoli vi è stato inoltre un video condiviso su Facebook dallo stesso Garante in cui incensava se stesso ed accusava ancora una volta, in modo anonimo e generalizzato, gli abitanti di Gioia Tauro, definendoli più e più volte Leoni da Tastiera, nome con il quale abbiamo deciso di identificarci. Nello stesso video, a nostro avviso, ma come può sembrare evidente a molti, si strumentalizza sulle parole scritte su Facebook da diversi cittadini gioiesi, che seppur nel torto possono anche essere compresi in un momento di rabbia, oltre che la strumentalizzazione di intercalari detti ed usati normalmente, per finire alla strumentalizzazione della ormai “classica” mancata ribellione nei confronti della ‘Ndrangheta. L’incendio avvenuto nel quartiere Ciambra, e protrattosi per giorni causando una nube tossica, probabilmente avviato dagli stessi stanziali come asserisce lo stesso Dott.Cav. Marziale è, secondo noi, il segnale di come lo stesso si sia affidato più a gesti plateali per ottenerne una vetrina pubblicitaria piuttosto che un reale interessamento ad un progetto di integrazione. Infatti, sempre il Dottor Marziale, ebbe modo di coinvolgere Striscia la Notizia che col suo servizio etichettò Gioia Tauro come una città intollerante alla comunità presente nel quartiere Ciambra.
A Gioia Tauro quello dell’integrazione è un processo continuo, in atto tutti i giorni e nel normale svolgere del quotidiano, dalle attività sportive a quelle lavorative, coinvolgendo in ogni iniziativa che interessa la città i concittadini del quartiere “Ciambra”.
Quello che riteniamo veramente ghettizzante, invece, è pensare che il modelli di integrazione sia la ristrutturazione dei ghetti urbani piuttosto che cercare la vera inclusione sociale attuando, ad esempio ma non solo, una politica di equa dislocazione abitativa.
Questi sono i motivi principali per cui riteniamo inaccettabile la presa di posizione del Dott.Marziale poiché la questione Ciambra sta a cuore a noi quanto a lui, se non di più, solo che noi “siamo quei pochi a parlare perché infastiditi dalla presenza istituzionale sul territorio che è sempre stato feudo dei clan”, pertanto invitiamo il dott. Marziale, visto che la sua autorità glielo consente, di coinvolgere il garante nazionale dell’infanzia Dott.ssa Filomena Albano, l’Autorità Nazionale Anti-Corruzione dott. Raffaele Cantone ed infine le Autorità competenti alla vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, in modo da trovare tutti insieme, e con l’aiuto dello Stato e non della TV, una soluzione che sia di aiuti per le famiglie disagiate, evitando che la disperazione prenda il sopravvento.