Idà scrive ad Oliverio: destinare alloggi per migranti anche a famiglie rosarnesi

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Prosegue l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Rosarno per la realizzazione e destinazione di alloggi popolari a favore delle famiglie bisognose della Città.

 Dopo essere riusciti a far rifinanziare da parte della Regione Calabria un progetto che era stato perso, riguardante la costruzione di dieci alloggi di Edilizia Popolare Pubblica nel Comune di Rosarno, il sindaco Idà ha inviato una nota al Governatore della Calabria, Mario Oliverio, nella quale ha chiesto la possibilità di destinare parte dei 36 costruendi alloggi, in Contrada Serricella e Via Maria Zita, ai cittadini rosarnesi che versano in condizioni economicamente drammatiche.

 Il primo cittadino ha rimarcato nella richiesta inoltrata le criticità che scaturirebbero destinando  gli alloggi esclusivamente ai migranti; ci sarebbe il concreto rischio, infatti, di creare l’ennesimo ghetto presente sul nostro territorio.

A ciò aggiungasi che, in un momento di profonda crisi come quello attuale, la questione casa è tornata ad essere di drammatica attualità tra la popolazione.

 Ai fini di un’integrazione reale, non solamente sbandierata, la proposta dell’Amministrazione comunale di Rosarno è quella di destinare parte di tali alloggi ai cittadini rosarnesi, in un’ottica di convivenza comprensiva ed integrata che consenta l’abolizione di qualsiasi tipo di discriminazione ed isolamento.

 “Purtroppo le Amministrazioni che ci hanno preceduto poco o niente si sono occupate dei reali problemi e bisogni delle famiglie rosarnesi, rivolgendo la propria attenzione prettamente ai migranti – ha affermato il sindaco Idà- . Noi invece, vogliamo costruire condizioni di integrazione che passino dalla interazione tra la popolazione locale ed i migranti. Per fare ciò è necessario modificare parzialmente il progetto, al fine di consentire che dei 36 alloggi in fase di costruzione una parte di essi sia destinata ad alcune delle tante famiglie bisognose rosarnesi.”

 “Bisogna scongiurare il rischio – conclude Idà –  che l’assegnazione di queste case sia vissuta dai miei concittadini come l’ennesima riprova di una discriminazione al contrario”.

 

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