Il CNR-Isafom sostiene la candidatura del Parco della Sila a patrimonio dell’Unesco

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Il CNR – Isafom (Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo), diretto dal dott. Giorgio Matteucci, sostiene convintamente la candidatura del Parco Nazionale della Sila a “Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità” dell’Unesco. A ribadirlo è stata la dott.ssa Antonella Veltri, ricercatrice presso la sede di Rende (CS) dell’Istituto, nel corso del convegno organizzato dallo stesso ente parco per perorare tale causa.

Nel suo intervento, la dott.ssa Veltri ha ricordato come il CNR-Isafom abbia già supportato la candidatura del Parco Nazionale della Sila a “Riserva della biosfera” (MAB – Man and the Biosphere) in ambito Unesco, per la peculiarità e la qualità dei suoi ecosistemi, per le ricadute ambientali ed economiche che tale riconoscimento potrà avere nel prossimo futuro.

E’ stato ricordato, inoltre, che tra il CNR-Isafom e il Parco Nazionale della Sila intercorre una proficua collaborazione, finalizzata al conseguimento di obiettivi comuni in ambito ambientale e forestale, all’implementazione di progetti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’area protetta e dei territori che vi gravitano intorno.

«La nostra collaborazione col Parco della Sila – fanno sapere dal CNR-Isafom – è importante anche per le attività che svolge il laboratorio pubblico-privato Alforlab, che vede come ente capofila il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – Dipartimento di Scienze BioAgroalimentari, di cui l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo di Rende (CS) è articolazione in Regione Calabria».

Il laboratorio Alforlab, infatti, ha come obiettivo lo sviluppo e l’integrazione di tecnologie innovative per la valorizzazione delle risorse ambientali e forestali della regione Calabria, e prioritariamente del legno, attraverso azioni di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in tutte le diverse fasi della filiera foresta-legno-energia, dalla produzione, alla trasformazione, all’impiego delle nanotecnologie. La sua attività, quindi, che comprende anche studi e sperimentazioni in ambito idrologico, è finalizzata alla valorizzazione sostenibile del bosco, in linea con la mission del Parco.

«Sperando che la Commissione italiana per l’Unesco si pronunci presto favorevolmente, ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con l’ente parco della Sila, affinché la ricerca sia da supporto concreto allo sviluppo ed alla conservazione dell’area protetta».



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