Il consigliere Italiano contro progetto forno crematorio

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Riceviamo e pubblichiamo

Il sottoscritto capo gruppo di “Rosarno Prima di tutto” espone:
premesso che:

abbiamo appreso che tale iniziativa, è il frutto di un accordo tra il sindaco
Pasquale Cutrì e la società Italgeco, rappresentata dall’avvocato Salvatore Liquori, e mira a potenziare la capacità cimiteriale e offrire alternative alla sepoltura tradizionale, come la cremazione.
Sempre dal comunicato dell’amministrazione, apprendiamo che il progetto prevede 250 loculi, cappelle gentilizie, sarcofagi e un giardino della memoria per lo spargimento delle ceneri. Si prevede anche la costruzione di un tempio crematorio Il comunicato termina poi con toni trionfalistici perché testualmente definisce il progetto, “Un passo decisivo per il futuro della nostra comunità”
– Siamo andati a controllare il progetto e non siamo per nulla convinti che
questo possa essere definito un passo decisivo in positivo per la nostra
comunità, rimaniamo dell’idea che questo è un tuffo nel baratro con
conseguenze nocive per la comunità. E ci spieghiamo:
– Per quanto concerne la previsione di costruire un Forno crematorio, diciamo
intanto che In Italia manca ancora un provvedimento unico in materia di
impatto ambientale..
– Il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria,
poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti
atmosferici,
– È necessario quindi che i forni crematori abbiano adeguati sistemi di
abbattimento dei fumi, che garantiscano un’adeguata efficienza anche in
relazione della discontinuità del processo dovuta all’abbassamento delle
temperature ad ogni ciclo, per il recupero delle ceneri.
– Durante il processo di incenerimento e durante il processo di abbattimento
degli inquinanti, vengono prodotti rifiuti speciali che vanno smaltiti in
discariche autorizzate in conformità alle norme di legge. In un crematorio si
producono rifiuti rappresentati soprattutto da:
– polveri, fanghi, filtri, reagenti ed altri rifiuti derivanti dalla depurazione dei
fumi;
– materie solide che restano nell’interno delle camere di combustione o che
possono da queste essere evacuate.
– Silvano Focardi, Professore di Ecologia presso l’Università di Siena e autore
di 500 pubblicazioni scientifiche su varie linee di ricerca, tra cui le valutazioni
di impatto ambientale, sostiene che “Il principale impatto ambientale di
questo tipo di impianti riguarda l’aria, poiché durante la cremazione nei forni
si ha produzione di inquinanti atmosferici, in particolare polveri, monossido
di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti
inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi,
inoltre, pericolose emissioni di mercurio, diossine, furani, policlorobifenili
(PCB) e idrocarburi policiclici aromatici”
.
– Una Sentenza del Consiglio di Stato n. 14 del 3 gennaio 2022 ha attestato che:
“I forni crematori con il loro funzionamento producono emissioni inquinanti,
costituite in particolare da polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto e
zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e
metalli pesanti, tra cui il mercurio. Non si può allora negare che questo tipo
di emissioni sia in termini chimico fisici del tutto identico a quello prodotto
appunto dagli inceneritori“.
– L’EPA (l’agenzia per la protezione dell’ambiente) stima che un forno
crematorio che cremi in media 100 salme l’anno, emetta quasi 1kg di
mercurio. L’esposizione a questo elemento tossico ed alle diossine, anche a
dosi basse, è responsabile di “danni al sistema nervoso in via di sviluppo”.
– Inoltre ci sembra che per legge i forni crematori devono essere collocati ad
almeno 200 metri di distanza dalle abitazioni mentre, nel caso del forno
localizzato in C.da Bosco, le prime abitazioni sono a ridosso, ed in più, nella
zona si trovano una scuola, un asilo, abitualmente frequentati da molti bambini e non solo.
– Ora ci domandiamo e domandiamo al Sindaco, ai tecnici del comune ed agli
esponenti politici della maggioranza: Avete fatto uno studio sulla problematica
che avete presentato in pompa magna?
– Siete a conoscenza del fatto che il forno crematorio viene collocato in una
zona del nostro territorio già compromessa dalla presenza del
termovalorizzatore dei rifiuti, volgarmente detto inceneritore e dalla presenza di una centrale elettrica in agro di Rizziconi ma ad un tiro di scoppio dal
Bosco? Ci sembra che su queste problematiche non avete riflettuto
abbastanza e soprattutto non avete informato la commissione consiliare
ed il Consiglio Comunale che rappresenta tutti i cittadini.
– Se pensate che il Comune è casa vostra, pensate male, ed ancora una volta vi invitiamo a informare e coinvolgere tutti su problematiche come queste che interessano e molto la nostra comunità.
– Noi lo diciamo senza se e senza ma che non vogliamo il forno crematoio
perché non lo riteniamo utile alla comunità che si amministra e ci batteremo con tutte le forze per evitare che ciò avvenga.
Il capogruppo di Rosarno prima di tutto
Avv. Michele Filippo Italiano

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