Sollecitati dall’imponente fenomeno migratorio, che interessa anzitutto le regioni del Sud, ad incominciare dalla Sicilia e dalla Calabria, le quali, soprattutto nell’ultima fase, si stanno facendo carico, attraverso le loro strutture, dell’accoglienza di migliaia e migliaia di migranti, riteniamo che il Governo debba, prioritariamente ed autorevolmente, indurre le altre Regioni del Paese a non violare i principi costituzionali e a non sottrarsi ai doveri dell’accoglienza e della solidarietà che sono elementi caratterizzanti la nostra civiltà.
Il fenomeno migratorio e l’emergenza umanitaria che esso implica, frutto di lacerazioni interne al continente africano e mediorientale, non è, né può essere, una questione di cui debba occuparsi la sola Italia o alcune Regioni del Paese particolarmente vocate all’ospitalità più disinteressata e generosa. Esso, al contrario, è un’emergenza d’ordine planetario che occorre affrontare globalmente e con la cooperazione di tutti, ad incominciare dall’Europa.
L’Europa, viceversa, sta dimostrando sulla questione migranti, di essere assente e di vedere la stessa questione in modo ragionieristico, parziale ed assolutamente insufficiente, mentre alcuni Paesi come la Francia, dimenticando principi fondamentali come quelli della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità, stanno anteponendo agli interessi generali dell’Occidente quelli contingenti della politica più meschina che strumentalizza persino drammi umanitari per finalità elettorali
L’Europa, tutta l’Europa, non può lavarsene le mani e scaricare il peso drammatico del problema sull’Italia ed in particolar modo sulle regioni meridionali di frontiera.
La Calabria, che si trova al centro di dinamiche complesse ed internazionali, non rifiuta sostegno e solidarietà a chi è in fuga dalla propria terra in preda a guerre e carestie, sta fronteggiando il fenomeno con ogni mezzo ed intende dare più forza alla propria azione a partire dall’applicazione della legge regionale del 2009 sull’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo e dotandosi di una programmazione complessiva che includa sia i bisogni del momento che un diverso approccio con i paesi da cui i migranti scappano anche per irrobustire le relazioni con l’altra sponda del Mediterraneo.
Tutto ciò, però, rimane velleitario se il Paese e l’Europa non decidono nell’appuntamento del 25/26 giugno del Consiglio Europeo di cambiare orientamento al fine di dispiegare iniziative forti e coraggiose che portino risultati concreti sia nell’immediato che nel lungo periodo, anche attraverso il rafforzamento delle politiche di cooperazione con i Paesi di provenienza dei migranti. Un processo che dovrà svolgersi in un quadro condiviso di relazioni euro-mediterranee, in grado di incidere sulle cause politiche, sociali ed economiche che sono all’origine del fenomeno migratorio.
D’altra parte, un’Europa debole, divisa, propensa più ad assecondare reazioni emotive, o addirittura la reintroduzione delle frontiere, rischia di apparire come un progetto asfittico, distante dal Sogno dei suoi padri costituenti. Un’Europa incapace di dare gambe e braccia alla solidarietà, rischia di perdere senso, valore e spessore politico e culturale.
Pertanto,
il Consiglio regionale della Calabriasollecita il Governo ad assumere, nell’appuntamento di fine giugno, una posizione forte, determinata e risoluta sul fenomeno migratorio. Proprio su un tema così drammatico, che non può rimanere circoscritto nello spazio Paese o esaurirsi in polemiche di chi è pro o contro l’accoglienza dei migranti, è urgente che l’Europa batta un colpo. Esca, finalmente, dalla vaghezza che ha caratterizzato fin qui molte delle sue posizioni, e inizi a rendersi conto che le migrazioni dall’Africa e dal Medio Oriente non sono solo un problema delle zone d’attracco, ma un problema umanitario, politico e sociale internazionale, di cui occuparsi mettendo in campo strategie, interventi e risorse adeguate.
Il Consiglio regionale, inoltre, sollecita il Governo a predisporre strumenti organizzativi e risorse adeguate a supporto ed a sostegno della gestione del fenomeno, che oggi pesa fortemente sul sistema delle autonomie locali.
Il Consiglio regionale, infine, impegna la Giunta regionale a dotare di copertura finanziaria la L.R. n. 18 del 2009.