Il Consorzio Legno Calabria scrive al Premier Matteo Renzi

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Il Consorzio Legno Calabria s.r.l. , in rappresentanza di 102 imprese consociate e firmatari ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio riguardo il contenuto del decreto Sblocca Italia, che pubblichiamo integralmente

Stimatissimo Presidente,

apprendiamo dagli organi di stampa che in questi giorni Lei ha inviato a tutti i Sindaci del nostro paese una lettera per presentare il c.d. decreto “Sblocca Italia”, con la quale ha chiesto un aiuto per far ripartire il Paese: uno sforzo comune per segnalare all’indirizzo matteo@governo.it l’esistenza di opere bloccate da dinieghi incomprensibili e/o lungaggini procedurali per  poter intervenire in modo risolutivo.

Accogliamo anche questa Sua iniziativa con grande soddisfazione che pensiamo di poter condividere con gran parte del Paese e tutte le aziende associate ai nostro consorzi, nella speranza che il Suo invito venga raccolto con solerzia dai nostri primi cittadini.

In questo senso, con il convincimento di offrire un contributo apprezzato, ci permettiamo di segnalarLe l’incredibile vicenda della Centrale Enel del Mercure, che si trova nel comune di Laino Borgo (CS).

Si tratta di un modernissimo impianto industriale che nel corso di un iter burocratico lungo 13 anni e non ancora concluso, ha avuto ben tre autorizzazioni ad entrare in esercizio e ciò nonostante, per cavilli e ostacoli burocratici, oggi rischia di chiudere definitivamente ponendo nel nulla un investimento di oltre 90 milioni di euro.

La centrale ha funzionato per soli sette mesi, durante i quali è stata sottoposta ad una miriade di controlli da parte di tutti gli enti preposti alla tutela della salute e dell’ambiente.

Questi controlli hanno dimostrato che l’impianto è pienamente compatibile con l’ambiente e nessun rischio sussiste per la salute.

Nei sette mesi di funzionamento la centrale ha riversato sul territorio oltre 40 milioni di euro per acquisti e stipendi, dando lavoro a decine e decine di aziende e ad oltre 1000 lavoratori, con enormi ricadute sull’indotto.

Oggi la centrale è ferma perché ancora si cavilla su competenze, veti, manovre di piccolo cabotaggio ecc. mentre le aziende che hanno fatto investimenti di centinaia di migliaia di euro per poter lavorare con una delle imprese leader in Italia, rischiano il tracollo finanziario.

Presidente, la drammatica situazione occupazionale dei nostri territori che Lei ben conosce, il rischio che ampi settori della fiera del legno, dell’edilizia e della meccanica siano abbandonati dalle imprese in crisi, ci impone il dovere di appellarci ad un Suo autorevole intervento affinché l’assurda vicenda della Centrale Enel del Mercure trovi una positiva conclusione.

Siamo certi che Lei non farà mancare il suo impegno.

In attesa di positivo riscontro, l’occasione ci è gradita per salutarLa con cordialità.

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