Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha incontrato il bimbo che, secondo la Procura della Repubblica di Palmi, sarebbe stato fatto oggetto di “continue, perduranti e reiterate vessazioni di ordine psicologico e fisico, consistite in ripetute imprecazioni, rimproveri, minacce e vere e proprie violenze fisiche e psichiche ripetutamente poste in essere”.
“Mi sono intrattenuto un po’ con il piccolino facendolo giocare – dichiara il Garante – ed ho ascoltato i genitori che non si dicono affatto stupiti dalle risultanze portate alla luce dagli inquirenti, perché il bambino ha per lungo tempo manifestato forme di paura nei confronti della maestra di sostegno al punto da essere spinti a rivolgersi alle forze di polizia per denunciare, non senza prima avere più volte interloquito, vanamente, con la stessa. Ciò che mi ha colpito di questa gente è la dignità, la compostezza davanti ad una vicenda dolorosissima”.
Successivamente Marziale ha raggiunto il plesso scolastico e, su invito del dirigente, ha partecipato al Consiglio d’Istituto e al Collegio dei docenti. “Chi maltratta un bambino commette un crimine contro l’umanità debole e indifesa – ha detto il Garante nel corso del suo intervento – e chi sa qualcosa che potrebbe rivelarsi utile alle indagini e tace ne è moralmente complice. Il mestiere dell’insegnante è tra i più usuranti e proprio per questo ho firmato un protocollo, primo in Italia, con l’Ordine degli psicologi al fine di incentivare l’applicazione della legge sullo stress lavoro correlato, una forma di tutela degli insegnanti stessi e di prevenzione verso forme di deriva di cui i bambini ne pagano le conseguenze”.
Marziale ha così concluso: “Se la magistratura dovesse aprire un processo, chiedo s’in d’ora alla scuola di costituirsi parte civile come farà il Garante. Se il bambino ha subito ciò che gli inquirenti attestano, allora la scuola ha il dovere di stare dalla parte del bambino”.