Il Pd calabrese verso l’assemblea regionale

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«L’assemblea regionale in programma il 29 e 30 luglio a Camigliatello Silano è un appuntamento fondamentale per rilanciare l’azione nel Pd in Calabria». Lo afferma il responsabile dell’organizzazione regionale del Pd Giovanni Puccio. «Il 9 luglio scorso – aggiunge Puccio – si è svolta la direzione regionale del Pd per valutare il voto calabrese alle amministrative in Calabria, un’analisi che è proseguita in questi giorni con le campagne di ascolto nelle province. Dalla relazione del segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, al dibattito, fino all’intervento conclusivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti  la direzione regionale ha espresso un confronto vero sulle ragioni della sconfitta. Di fronte alla severità del voto non possiamo seguire scorciatoie né trovare colpevoli o capri espiatori. Occorre modificare anche radicalmente la nostra iniziativa e il nostro modo di essere e  rinnovare i gruppi dirigenti. Non sostituismo, ma capacità di ascolto e di confronto, fuori da schemi di appartenenza interna e di logiche correntizie e territoriali. Il 29 e 30 luglio – spiega il responsabile dell’organizzazione del Pd – terremo due giornate seminariali per verificare il programma di governo della Calabria, delineare un quadro chiaro da accompagnare a  un cronoprogramma,  apportare al governo del partito e nel rapporto tra territori e istituzioni radicali cambiamenti. Non si tratta di imputare al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio e/o al segretario Magorno il carico delle difficoltà ma di socializzare il problema, individuare proposte e far vivere una politica di coesione e di unità dei gruppi dirigenti fondata su una comune missione progettuale». Puccio prosegue: «L’esercizio della funzione di governo non è fine a se stessa e il cambiamento non si determina spontaneamente. Non basta proclamare il primato della politica. In un momento in cui la politica si deve confrontare col grande tema della crisi di rappresentanza e al cospetto di una società frammentata, corrosa dal bisogno e diritti negati, non bastano la correttezza, la legalità e la trasparenza. Occorre immergersi nelle problematiche sociali. Il Pd sarà in grado di esaltare la sua funzione riformista se non si farà imprigionare dalla deriva populista, se saprà avanzare e praticare politiche concrete di governo che garantiscano risposte ai problemi primari. Con il referendum abbiamo l’opportunità di diventare protagonisti di un processo di cambiamento sistemico che apre al Paese e alla Calabria nuove e inedite opportunità e che mette in discussione vecchie rendite ma crea nuove opportunità. La crisi ha massacrato la finanza pubblica e l’Europa è il gendarme di una politica che esaspera la crisi. Ma non si può pensare di tornare a come eravamo prima. Bisogna cambiare l’assetto politico e istituzionale, le Regioni, l’ente intermedio, gli enti locali: su questo terreno poco si è fatto per rendere credibile e visibile il cambiamento. Non c’è alternativa, in Calabria, a una grande operazione politico-progettuale che nasca dalla risorsa umana e intellettuale di un popolo generoso e maturo. Ci sarà la stagione congressuale, ma occorre dotare il Pd di un chiaro progetto politico–programmatico e spezzare un continuismo che non è solo imputabile a noi ma al contesto politico che ereditiamo.  Per fare tutto questo occorre un partito. Su questo terreno non siamo all’anno zero. Occorre  fare molto di  più ma anche riformare radicalmente il nostro modo di essere, avvalersi di una nuova vitalità dei circoli che non si devono solo contare nei congressi e poi sparire o moltiplicarsi sulla base di esigenze correntizie. Occorre una legge che regolamenti la vita dei partiti e sappiamo che una maggioranza in Parlamento non c’è, ma non si può demandare al futuro. Già oggi – conclude Puccio – si può e si deve fare di più. Il risultato elettorale è un campanello d’allarme e, se non cambieremo, le prossime elezioni avranno un esito già segnato. Occorre scongiurare il rischio e si può».

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