Il Pensiero Del Giorno. Alea iacta est. Il Dado é tratto: Accordo in Europa per il Fondo di Ripresa

106

Avrebbero detto certamente un tempo i latini e i cari seguaci di Giulio Cesare Alea iacta est, il dado è tratto. L’Europa ha partorito il tanto atteso e agognato Piano e Fondo per la Ripresa in una delle situazioni più irte per l’Europa e il mondo intero, quello dell’emergenza economico-sociale del post-coronavirus. Sebbene siano previsti emolumenti notevoli per i cosiddetti paesi “frugali” del Nord-Europa con sconti sui prestiti e una reductio sostanziale dei fondi di sussidio rispetto alle prime bozze, i fondi del Piano di Ripresa restano circa 750 miliardi di cui 390 di sussidi e 360 di prestiti a tassi pari quasi a zero. All’Italia spetteranno 209 miliardi di cui 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti. Ieri, avevamo parlato di un’Europa sull’orlo del baratro qualora non si fosse trovato un accordo. Ebbene, l’accordo si é fatto, purtuttavia rimangono dei caveat relativi alle riforme che devono essere compiute per poter fruire del Piano, e la pianificazione delle stesse che dovrà essere posta all’attenzione e alla valutazione della Commissione Economica Europea e del Consiglio Europeo, cui avevamo fatto riferimento nell’articolo di ieri. Altro capitolo è quello dell’erogazione dei Fondi che avverrà non prima del 2021, motivo per il quale si disquisisce ancora sulla questione dei Fondi del Mes, che potrebbero essere utilizzati immediatamente per le spese sanitarie, fondi che ammontano a circa 36,7 miliardi di euro. Le trattative estenuanti e caratterizzate da lungaggini relativi ai dettagli, si sono tenute sino alle 5.30 del mattino, per quello che é stato uno dei vertici più lunghi dopo quello del 2000 svoltosi a Nizza che durò circa novantadue ore. Soddisfatta la maggioranza che loda il duro lavoro diplomatico svolto dal Presidente del Consiglio Conte, mentre si spacca l’opposizione con Forza Italia che ritiene il Piano per la Ripresa un grande risultato da adoperare nel migliore dei modi, per Salvini e la Meloni nonostante gli sforzi compiuti il Piano risulta essere piuttosto farraginoso e capzioso. Occorre lavorare al di là delle condizionalità per fruire al meglio delle risorse concessaci, con un piano straordinario di riforme per far ripartire il paese.

Francesco Grossi

Articolo precedente Raggiunto accordo Recovery Fund. Conte: “Abbiamo attivato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi”
Articolo successivoCoronavirus- Bollettino regione Calabria, nessun caso