Torna l’allerta coronavirus nel nostro paese. Non siamo certo ai livelli registratasi ab illo tempore in primavera con i nosocomi saturi e le terapie intensive prese d’assalto dalle gravità dei contagiati e inidonee a contenere il crescente flusso dei ricoveri. Ma i contagi negli ultimi giorni sono aumentati esponenzialmente. Ciò a causa delle eccessive deroghe che concessaci nel periodo ferragostano e del ritorno dalle vacanze dai paesi maggiormente esposti al contagio. L’Italia pur rimanendo, anche in virtù della chiusura che ha attenuato la curva dell’epidemia, uno dei paesi più sicuri al mondo, occorre prudenza. Infatti i contagi registratasi negli ultimi tempi non si rilevavano da inizio primavera. Con picchi che raggiungono i mille contagi quotidiani. La cosa essenziale per prevenire l’estendersi di focolai, è eseguire un maggior numero di tamponi, circoscrivendo gli stessi all’origine. Le terapie intensive, hanno raggiunto dopo mesi di calo, il numero di centonove contagiati costretti al ricovero nelle stesse. Il tutto mentre le autorità nazionali si appellano al buon senso dei giovani e all’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione. Il numero non preoccupa come in passato, anche perché ormai c’è una maggiore consapevolezza e conoscenza del Coronavirus, ma occorre tenere alta l’attenzione, onde evitare una diffusione endemica del virus. Anche in Calabria preoccupano, dopo un lungo periodo di relativa tranquillità per quanto concerne il numero dei contagi, i numerosi focolai, l’ultimo dei quali verificatosi a Rende. Facendo un consuntivo, come suddetto, il nostro paese rimane uno dei più sicuri al mondo, purtuttavia nessun paese risulta essere immune e a rischio zero. Per tale motivo essere accorti è la regola, perché sebbene la maggior parte dei positivi sia asintomatico, finché non sarà brevettato un vaccino non ci potrà essere una sottovalutazione del fenomeno. Cave virus, non dimenticando il passato, soprattutto ora che stanno per riaprire gli istituti scolastici.
Francesco Grossi