Il Pensiero Del Giorno. Crisi post-Coronavirus: Povertà assoluta per altre 2,1 milioni di famiglie.

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Che la crisi Post-Coronavirus avrebbe stampigliato le nostre esistenze stravolgendole lo sapevamo. Come sapevamo anche che gli effetti della cagionata crisi avrebbero avuto delle latenti conseguenze destinate a protrarsi nel tempo. Ora ci sono nuovi dati che postulano inconfutabilmente le drammatiche risultanze della stessa. Altre 2,1 milioni di persone, nel mentre sugli scranni del parlamento si discetta sono in condizione di povertà assoluta. Sono loro “gli acrobati della poverta” che hanno sempre guadagnato il minimo per sbarcare il lunario, ma che sono stati messi in crisi dalla forzata chiusura causa Coronavirus. Sono almeno 1.059.000 i nuclei familiari che vivono esclusivamente di lavoro irregolare (il 4,1% del totale). Di cui 350 mila stranieri; 131 mila famiglie possono fare affidamento soltanto sul lavoro irregolare di un solo genitore. La metà degli italiani in seguito alla crisi ha dovuto sperimentare un tracollo delle proprie disponibilità economiche. In tutto questo contesto piuttosto complesso, cresce inesorabilmente la disoccupazione oltre l’8% e crescono altresì gli inattivi e la disoccupazione giovanile attestatasi oltre il 27%. Al Sud il lavoro irregolare é oltre il 40%. Il paese afferma il presidente della Confcooperative, Maurizio Gardini vede la sua competitività ferma al palo dal 1995. Abbiamo un’occupazione più bassa della media europea. Un deficit che è cresciuto di 20 punti e un Pil che chiuderà con un rosso a due cifre sfondando il tetto del 10%. Abbiamo una geografia sociale ed economica molto sbilanciata con poco meno di 23 milioni di lavoratori, oltre 16 milioni di pensionati, 10 milioni di studenti (con una formazione che non è sempre d’eccellenza) e oltre 10 milioni di poveri. Uno scenario da nocumento che definire apocalittico è dir poco. Il paese non cresce ed aumentano considerevolmente il deficit e il rapporto debito/Pil. Tante sono le promesse fatte e non mantenute dalla nostra classe politica negli anni. Non bastano il reddito di cittadinanza e le politiche assistenzialistiche occorrono investimenti e un taglio drastico sul costo del lavoro e le scartoffie burocratiche.

Francesco Grossi

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