Inizia oggi per 5,6 milioni di studenti l’anno scolastico post chiusura forzata causa coronavirus. Ma la ripartenza si annunzia essere imbrigliata e più complessa di quanto non fosse previsto dal governo. Dopo mesi di chiusura molte delle promesse del governo sono state disattese. Nella scuola regna, come abbiamo più volte in questi giorni scritto in altri articoli della presente rubrica, il caos assoluto. Tante defezioni nel personale, causa timori e mancanza d’organizzazione sulle misure da adempire come previsto dai decreti ministeriali. Mancanza di 150 mila docenti, personale Ata, organizzazione degli spazi, distribuzione delle mascherine disomogenea nelle diverse aree del paese, in alcuni plessi mancano financo i detergenti e i disinfettanti. Le aule Coronavirus non preposte in tutti i plessi scolastici, ma non finisce qui. Tanti sono i problemi segnalati dai docenti per quanto concerne il corretto funzionamento delle graduatorie digitali, e non per ultimo la mancanza dei banchi. Se Conte e il governo sostengono che tornare a scuola sia un’emozione ritrovata, essendo un diritto sacrosanto dei giovani, è altrettanto vero che per quanto concerne l’organizzazione per il nuovo anno scolastico, con le nuove misure, qualcosa di più in sei mesi di tempo a disposizione si sarebbe potuto fare. Troppa burocrazia attanaglia anche il mondo della scuola, vedasi per esempio i 2,5 milioni di banchi che tardano ad arrivare. Gli allievi ancora disconoscono il modus operandi per le lezioni, ovverosia se saranno miste, con alternanza della didattica a distanza alle lezioni in presenza, oppure se vi sarà una turnazione. Alla demagogia politica si contrappone una realtà che è tutto tranne che tranquillizzante. L’auspicio è che gli studenti nonostante tutto possano tornare alla normalità con poche situazioni disagevoli. Nelle ultime ore, v’è da dire che pure il governo ha ammesso per voce del presidente del consiglio Conte le difficoltà logistico-organizzative. Ergo, buona fortuna a tutti gli studenti per l’inizio dell’anno scolastico.
Francesco Grossi