Una disfida reiterata nell’agone della politica si sta stagliando negli ultimi giorni; questa disfida concerne il nodo gordiano dell’immigrazione ai tempi del coronavirus. Infatti, contestualmente all’accrescersi dei casi di coronavirus, oramai giunti oltre la fatidica cifra dei mille, come non si verificava da metà maggio, anche a causa dei contagi di ritorno, il governatore della Sicilia, Nello Musumeci si scaglia contro le politiche a suo dire sin troppo condiscendenti del Viminale nella gestione dei flussi migratori. Già nei previ giorni avevamo raccontato come la situazione, anche a seguito dei migranti fuggiaschi a Porto Empedocle e in parte a Lampedusa e gli episodi verificatisi in Piemonte che la questione si stesse arroventando. A passare all’offensiva è il governatore siciliano che evidenzia come il Viminale e Roma siano silenti dopo gli arrivi di circa mille quattrocento migranti negli ultimi giorni e i centri di accoglienza dell’isola siano saturi e al collasso, mettendo altresì a repentaglio la salute pubblica. Nelle ultime ore si è concretato il passaggio dalle parole ai fatti. Il governatore ha infatti, emesso un’ordinanza stringente per venire a capo della condizione dei centri di accoglienza oramai divenuta a suo parere insostenibile. D’altronde anche i sindaci nei giorni previ avevano evidenziato la situazione venutasi a creare. Tornando ab ovo, entro le 24 di Lunedì come esplicato nella medesima ordinanza, tutti i centri di accoglienza dovranno essere svuotati. Ma il Viminale in tutto questo pulviscolo di polemiche ed incomprensioni si dice pronto ad impugnare l’ordinanza di trentatré pagine emessa dal governatore essendo la questione immigrazione di competenza esclusiva del governo, peraltro già attivatosi per dirimere la questione con la rada delle navi presso l’isola. L’immigrazione ai tempi del coronavirus è uno dei dibattiti più cocenti che anima il mondo politico e non solo. Se da un lato i governatori si dicono pronti a tutelare in tutte le sedi la salute e l’incolumità pubblica, dall’altro c’è l’inflessibile posizione assunta dal governo. Occorrerebbe trovare una mediazione peraltro sempre più complessa da raggiungere, sottoponendo ai controlli di rito chi arriva, dato che molteplici volte gli stessi da molti migranti sono negligentemente ignorati.
Francesco Grossi