Il nostro é un paese che nei prossimi cinque anni rischia una crescita pari a zero. Questa é la sentenza che é stata emessa in queste ore dall’agenzia di valutazione economica Fitch. La crisi post-Coronavirus circa l’agenzia Fitch, avrà una durevole ripercussione per tutti i paesi, che nel 2025 rimarranno sotto il 3-4% di crescita del Pil rispetto ai livelli pre-crisi. Se non ci dovessero essere nuove e straordinarie chiusure a causa della pandemia si tornerà ai livelli di crescita pre-Coronavirus in Europa al termine del 2022. Ma gli scenari apocalittici per l’Italia non terminano qui. Circa l’Istat infatti, nel nostro paese l’occupazione ha subito a causa della crisi, un calo congiunturale per tre mesi consecutivi. Con una conseguente riduzione nel mercato del lavoro di circa 500mila occupati dall’inizio della pandemia. E, come riportato sul settimanale Panorama della scorsa settimana altri 300mila posti risultano essere a rischio, con i 144 tavoli di crisi aperti ed ancora in fieri presso il ministero dello Sviluppo Economico presieduto dal ministro Stefano Patuanelli. Un terzo delle imprese rileva ancora l’Istat, denuncia problemi di organizzazione e sostenibilità da qui alla fine dell’anno. Tutela del reddito e del lavoro nelle imprese, prosegue l’Istat, sono fondamentali onde evitare effetti a spirale, e consentire una ripresa endogena. Il sistema produttivo é in ambasce. Vieppiù circa la Corte dei Conti le stime del governo sul ribasso del Pil contenute nella nota d’aggiornamento del documento di economia e finanza sono ottimistiche nello stimare il -8%, cifra che dovrebbe essere rivista al rialzo di uno-due punti percentuali. Rilanciare l’economia agonizzante e sostenerla, impiegando nei modi appropriati i fondi che perverranno dall’Unione Europea diventa preminente, per un paese che ancor prima della crisi era in stagnazione economica e che ora si avvia a vivere una fase da “malato” d’Europa, divengono improrogabili le riforme, cosi come le azioni di governo che devono essere decise e forti, alfine di contenere una crisi che rischia di essere distruttiva e senza precedenti.
Francesco Grossi