Ecce nobis: finalmente il fondo di ripresa. La Commissione Europea propone l’atteso piano di ausilio e ripresa per i paesi maggiormente colpiti dalla pandemia di Coronavirus che dovrà successivamente essere discusso dal Consiglio Europeo. Un piano da 750 miliardi che sommato agli altri ausili (Mes, Bei e Sure) , gli stanziamenti per fronteggiare la crisi, ammontano a circa 2.400 miliardi, circa 3.000 secondo la commissione, se si considerano gli effetti moltiplicatori di alcuni strumenti. Di questi 750 miliardi, la maggior parte,circa 172,7, saranno destinati all’Italia e saranno cosi ripartiti: 82 in aiuti e 90 in prestiti. Non verranno “condivisi” i debiti passati, ma la capacità finanziaria comune dei 27 Stati Europei. La Commissione vuole anche utilizzare per il cosiddetto piano “Next Generation Eu”, il bilancio 2021-2027, mettendo sul tavolo la proposta di 1.100 miliardi già ampiamente discussa dagli Stati membri nelle occasioni precedenti. Il piano e la sua corresponsione tuttavia é sottesa ad alcuni investimenti nonché riforme da realizzare, su tutte quelle della giustizia e i tempi certi dei processi. E sarà finanziato anche dall’istituzione di tasse, fra le quali quelle sulla plastica e sui giganti del web. La maggioranza si dice soddisfatta, mentre l’opposizione nicchia ed esplica di volerci vedere chiaro, per voce di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, mentre Silvio Berlusconi prende le distanze dai due alleati e stigmatizza il ruolo del Partito Popolare Europeo per la decisiva svolta. Il Commissario Europeo per le politiche economiche, Paolo Gentiloni, evidenzia come il piano proposto dalla Commissione sia senza precedenti e segni una vera e propria svolta per il futuro dell’Unione, parole che seguono quelle del presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. Il piano per avere il beneplacito, dovrà vincere le resistenze dei paesi del Nord, motivo per il quale la strada da percorrere é ancora lunga, cosi come i tempi, si prevede infatti che i tanto attesi fondi saranno erogati non prima del 2021. V’é da dire che nonostante siano state poste delle conditio sine qua non, per accedere ai fondi, il piano della Commissione Europea va nella giusta direzione, ovvero quella di una Unione più solidale. Ora occorre una notevole accelerazione per varare definitivamente il piano, seppur tutto ciò si preannuncia essere tutt’altro che semplice.
Francesco Grossi