Di sviluppo del Porto di Gioia Tauro legato ad una prospettiva intermodale che permetta il superamento del solo ruolo di transhipment e crei raccordo con l’entroterra si parla da anni. Quello che viene fuori da una ricerca effettuata dal Dipartimento di Arte e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è molto di più: secondo tale studio, infatti, il Porto di Gioia Tauro potrebbe arrivare ad ospitare un World trade center. Il progetto è stato presentato questa mattina nel corso di un convegno tenutosi all’Università di Reggio Calabria, dopo due anni dalla stipula di una convenzione fra la Regione Calabria e il Dipartimento di Arte e Territorio, che si è così occupato dello studio di fattibilità del progetto. Si tratterebbe di un grande centro polifunzionale con uffici e servizi per le imprese commerciali, volto all’inserimento delle stesse imprese in un’ottica globale, proprio in virtù della presenza del Porto. Nello specifico, l’eventuale World trade center di Gioia Tauro andrebbe ad integrare (ed esserne il fiore all’occhiello, nonché spinta di eccezionale sviluppo) il Polo logistico intermodale, di cui si parla da molto tempo e che nel 2010 è stato oggetto di definizione con una sottoscrizione da parte dei Ministeri di Trasporto ed Università e della Regione Calabria insieme con l’Asi di Reggio Calabria, la Rete ferroviaria italiana e l’Autorità portuale di Gioia Tauro. I dettagli del progetto sono stati spiegati nel corso del convegno di questa mattina con una relazione del responsabile scientifico del progetto Giuseppe Fera, alla presenza dell’assessore regionale ai Trasporti Luigi Fedele, del direttore del Dipartimento di Arte e Territorio Gianfranco Neri e del rettore dell’Università Mediterranea Pasquale Catanoso. Secondo la ricerca, il World trade center di Gioia Tauro potrebbe ospitare spazi commerciali, sale per mostre e convegni ed uffici che offrano servizi di sviluppo e crescita a tali attività. Potenziare gli investimenti e le attrattive commerciali nell’area portuale con il World trade center potrebbe essere un ulteriore buon motivo per la realizzazione dell’intermodalità, importante dimensione dalla quale potrebbero trarre linfa vitale sia le imprese che andrebbero a sorgere nell’area portuale sia tutto l’entroterra, che non gode ancora come potrebbe della presenza del grande Porto.
RAFFAELLA CARUSO