Il Porto di Gioia Tauro, al centro del corridoio (da Suez a Gibilterra) tra i più trafficati al mondo, è decisivo per il futuro della Calabria nella prospettiva mediterranea ed europea. Il Consiglio regionale garantisce il sostegno incondizionato per una sempre più intensa valorizzazione del Porto che vanta, dopo gli anni della crisi, un rilevante trend in ascesa, visto che anche nel 2021 l’hub di transhipment tra i maggiori in Europa, si è aggiudicato il primato nazionale con 3.146.533 teus movimentati”. Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha voluto complimentarsi di persona con il presidente dell’ “Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio”Andrea Agostinelli, “perché– ha detto – questo vistoso cambio di marcia a Gioia Tauro è dovuto ad una governance di comprovata esperienza che fa ben sperare anche per l’accrescimento della competitività dei porti di Crotone, Corigliano, Palmi e Vibo Valentia”.
Il presidente Agostinelli ha puntualizzato: “L’imponente rete di connessione, con 120 porti di tutto il mondo settimanalmente collegati con i servizi di transhipment che transitano da Gioia Tauro e che la Calabria mette a disposizione dell’Italia e dell’Europa, ci dice che il Paese per ripartire deve puntare su eccellenze come questa che in piena pandemia, mentre gli altri porti hanno subito una forte flessione, ha registrato un +26% dei traffici”. Si è detto “soddisfatto per l’attenzione che la Regione dimostra verso una realtà in cui ormeggiano le più grandi navi del mondo e che impegna 1500 portuali e, con l’indotto, dà occasioni di lavoro a 3000 persone” . Ha illustrato la gamma degli interventi“pianificati per assicurare l’ulteriore crescita del Porto che mantiene il primato nazionale nel settore del transhipment, grazie anche alla presenza di un armatore come Aponte che gestisce oltre 400 portacontainer ed è la prima compagnia merci al mondo”. Ha sottolineato “il risultato storico della stazione ferroviaria dedicata al Porto che aiuterà lo sviluppo dell’intermodalità, “perché – ha spiegato – i porti sono sì efficienti terminal per il carico e scarico delle merci, ma anche un potenziale di collegamenti con ogni angolo del pianeta e centri logistici specializzati per la spedizione di ogni tipo di carico soprattutto via terra”.
Entrambi, tuttavia, non hanno sottovalutato le “persistenti criticità del territorio”: carenza di infrastrutture, un retroporto (tra i più imponenti d’Italia) da sviluppare e da interfacciare con gli snodi del Paese, la messa in moto della Zes per attrarre investimenti e la presenza invasiva della criminalità. “Tutto ciò deve indurre – ha affermato Mancuso – a un sussulto di responsabilità e a una sinergica collaborazione fra istituzioni ad ogni livello, perché non è accettabile che si abbia uno scalo d’importanza mondiale e accanto un’area depressa che stenta a cogliere le opportunità per promuovere ricchezza e nuova occupazione”.
Agostinelli e Mancuso hanno convenuto che l’obiettivo “è fare del sistema portuale anche un luogo di trasformazione dei flussi di merci, affinché il Porto sia concepito non soltanto come un’infrastruttura materiale, ma come un propulsore di sviluppo e di valore aggiunto con impatti sull’economia del territorio in cui il Porto insiste”.
Il presidente Mancuso ha invitato l’ammiraglio Agostinelli in Consiglio e ha commentato: “La nuova narrazione della Calabria per contrastare preconcetti e pregiudizi, deve contare su eccellenze come il Porto di Gioia Tauro che, attraverso i successi di cui dà prova, dimostra che la Calabria ha tutto ciò che serve per agganciarsi alla ripresa globale e contribuire alla ricostruzione dell’economia nazionale”.