Il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta su incontro a Zurigo dal titolo: “I beni confiscati alle ‘ndrine e i rapporti della ‘ndrangheta in Svizzera”

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“In occasione dell’incontro che il PD Svizzera 2.0 ha organizzato a Zurigo, ho avuto modo di constatare che il problema del radicamento della ‘ndrangheta nel Paese elvetico non solo è percepito dalla gente comune, ma è altresì ben compreso nella sua drammatica portata”. 

E’ quanto dichiara il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova che sottolinea: “L’operazione ‘Helvetia’ condotta dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nello smascherare il c.d. Locale di Fraunfeld, ha mostrato a tutti come la ‘ndrangheta sia penetrata nel tessuto economico di questa stupenda Nazione”.

“Il capo della Polizia del Cantone Ticino, Dimitri Bossalini – riferisce il presidente Arturo Bova – ha dichiarato ‘di essere molto preoccupato per l’infiltrazione della criminalità organizzata in Ticino. Sta letteralmente erodendo il tessuto economico. Se non facciamo qualcosa, si compreranno tutto”.

Aggiunge Arturo Bova: “Evidenziando le carenze della legislazione svizzera rispetto alla predisposizione di strumenti adeguati a fronteggiare questa piaga, il capo della Polizia del Canton Ticino ha sottolineato che in Svizzera sul versante dei poteri d’indagine, la legge è molto più restrittiva e che non si dispone dei mezzi che hanno gli inquirenti italiani, come le intercettazioni telefoniche e i pedinamenti. L’unica previsione legislativa in Svizzera – come riferito – è data dall’art. 260 ter del codice penale elvetico che prevede una generica punizione ‘per le organizzazioni segrete che hanno lo scopo di commettere atti di violenza criminale’ con una pena detentiva sino a 5 anni”. 

“La capacità di espansione e di radicamento della criminalità organizzata – asserisce Arturo Bova – impone una riflessione comune sull’entità degli sforzi da mettere in campo sul piano normativo, degli strumenti e delle metodologie. L’Italia – conclude il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria – deve condurre una vera e propria crociata in Europa affinché si adotti una legislazione comune in materia di contrasto alle mafie e per la costituzione di un corpo di polizia europea specializzato nel contrasto alla criminalità organizzata”.

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