Con una nota inviata al Ministro della Salute, On Roberto Speranza, al Presidente della Regione Calabria, On. Jole Santelli, e al Commissario per la Sanità in Calabria, Dott. Saverio Cotticelli, il sindaco Giuseppe Ranuccio ha lanciato un appello alle autorità sanitarie sovraordinate, invitandole ad utilizzare i locali dell’ex ospedale “Francesco Pentimalli” di Palmi, sito in via Bruno Buozzi, per fronteggiare l’emergenza rappresentata dal CoVid – 19.
«È noto che la nostra Regione vive una situazione drammatica per ciò che concerne la sanità, che oggi giorno fatica a garantire persino i livelli minimi di assistenza sanitaria dovuta ai cittadini – ha dichiarato Ranuccio – La drastica carenza di personale, la grave inadeguatezza delle strutture e la quasi totale assenza di macchinari ed attrezzature sono probabilmente tra le più pressanti criticità per la sanità calabrese. Considerando le probabilità che la diffusione del virus tocchi anche le nostre zone e la grave situazione della sanità, è evidente la necessità di correre ai ripari, al fine di non farsi trovare impreparati qualora il rischio di contagio si trasformi in una concreta emergenza. In tal senso, la struttura sanitaria presente sul territorio cittadino potrebbe giocare un ruolo chiave. Le sue grandi dimensioni e i suoi locali potrebbero infatti ospitare i posti letto di terapia intensiva e tutte le attrezzature di cui la piana e la regione avrebbero bisogno nel caso in cui il CoVid – 19 cominciasse a contagiare i cittadini calabresi. Con la ferma speranza che si possa limitare il più possibile la diffusione sul territorio e lavorare insieme, senza distinzioni, nell’interesse dei cittadini per contrastare la possibile emergenza, il presidio sanitario potrebbe costituire un punto di riferimento importante per la sanità calabrese anche negli anni a venire».
Con una nota ufficiale, il sindaco Giuseppe Ranuccio ha esortato le autorità sanitarie, affinché prendano in considerazione la possibilità di utilizzare la struttura di Palmi, invitandoli contestualmente ad agire, prevenendo quella che potrebbe potenzialmente rivelarsi un’emergenza ancora più grave di quella che il nord Italia sta vivendo in questi giorni.