Abbiamo deciso di lanciare una iniziativa per una legge regionale sugli appalti di servizi nelle pubbliche amministrazioni (pulizie, mense, sorveglianza ecc..) e chiediamo che lavoratori, consiglieri regionali, ammini- stratori locali ed associazioni dei datori di lavoro si pronuncino nel merito delle proposte che vengono presentate.
Da molti anni l’Unione Europea invita l’Italia a legiferare in maniera rigorosa sulle norme che regolano il sistema degli appalti, a vietare per legge l’aggiudicazione con il massimo ribasso e ad adottare l’offerta economicamente vantaggiosa per la gestione degli appalti, sia di quelli edili che di quelli di servizio. Ciò consentirebbe di valutare molte componenti tecniche, produttive e strutturali dell’azienda, oltre al prezzo di offerta. Ed anche di sostenere l’economia locale adottando norme che garantiscano la legalità e la territorialità degli approvvigionamenti di quanto necessita nell’espletamento dell’appalto.
Lo Stato italiano è molto indietro nella corretta applicazione di queste direttive europee, e la Regione Calabria ancor di più. Permane la prassi ricorrente del massimo ribasso negli appalti, pratica divenuta esclusiva. Gli stessi amministratori locali, o le altre stazioni appaltanti di natura pubblica, si trovano nella impossibilità pratica di ricorrere al sistema dell’offerta economicamente vantaggiosa perché passibili di procedimenti giudiziari, anche coloro che adoperano la SUAP per i controlli e le garanzie del caso. Occorre che la Regione si doti di una legislazione di settore rigorosa e trasparente, che tuteli la legalità ed i diritti dei lavoratori.
In base a queste valutazioni abbiamo deciso una iniziativa e di avviare una raccolta di firme per sensibilizzare il Consiglio Regionale e le Amministrazioni Comunali calabresi perché si addivenga, in tempi rapidissimi, ad una buona legge regionale sugli appalti. Nello specifico riteniamo che una buona base per una legge regionale, e per i conseguenti regolamenti comunali di attuazione, oltre che per l’attività delle centrali uniche d’appalti, sia costituita e caratterizzata da alcuni elementi imprescindibili che sintetizziamo in queste priorità:
1. il divieto categorico di ricorrere alle aggiudicazioni degli appalti con il massimo ribasso;
2. la definizione di parametri oggettivi ed inoppugnabili per definire la congruità della base d’asta dell’appalto. Nessuna stazione appaltante pubblica potrà derogare dal calcolo economico di congruità. Oggi avviene, anche per le restrizioni determinate dalla crisi ormai settennale, che si bandiscano appalti con basi d’asta nettamente inferiori alle necessità oggettive (salari, spese strutturali, materiali, ricavo aziendale) e su queste basi d’asta spesso si effettua un ulteriore abbassamento dell’offerta;
3. il rafforzamento e la specificazione della clausola sociale di salvaguardia del posto di lavoro in caso di cambio d’azienda, attualmente già prevista nei contratti nazionali di settore;
4. il blocco di nuove assunzioni in presenza di lavoratori con meno di 18 ore settimanali medie, per porre rimedio a contratti a scarsissimo numero di ore e, conseguentemente, con salari di fame. A nostro parere va stabilito che tutte le ore non prestate da lavoratori dimessi, pensionati o stabilmente assenti a qualsiasi titolo vadano riversate sui lavoratori in servizio allo scopo di rendere sempre più dignitosi i loro stipendi. Unica deroga al blocco delle assunzioni può riguardare le qualifiche dirigenziali per le quali si possa utilizzare solo il contratto a tempo determinato che scada al termine dell’appalto;
5. il privilegio per le società appaltatrici che, a parità di condizioni, si riforniscano presso le aziende calabresi per gli strumenti ed il materiale di necessità primaria per l’espletazione dell’appalto, garantendo la sicurezza e la legalità dell’approvvigionamento e dell’origine produttiva dei beni.
p. Coordinamento provinciale SUL
Aldo Libri