Irrera (CasaPound) contro nomina Aversa a Gioia Tauro: “non siamo refugium peccatorum”

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“Apprendiamo con disappunto della scelta del Ministro dell’Interno e del Quirinale di affidare la gestione dell’ente comunale all’ex viceprefetto di Padova, Pasquale Aversa, che ad oggi risulta iscritto nel registro degli indagati poiché secondo le indagini avrebbe abusato della sua posizione e rilevato segreti d’ufficio per influenzare gare d’appalto riguardanti il business dell’accoglienza”. Lo dichiara in una nota Roberto Irrera, esponente locale di CasaPound Italia e già candidato alla Camera dei Deputati per il movimento.

“Senza scadere nel becero giustizialismo – prosegue Irrera – e sottolineando che al momento solo di indagini si tratta, risulta incomprensibile la natura di questa scelta, come se gestire Gioia Tauro fosse la punizione per pezzi di Stato nullafacenti o addirittura indagati. A tal proposito non ci assale la nostalgia del precedente commissario, dr.ssa Franca Tancredi, semplicemente non si riesce a decifrare la natura di questa scelta dal momento che la suddetta dottoressa Tancredi è stata all’interno della Commissione d’Accesso, fautrice della relazione che ha portato al conseguente scioglimento dell’ente per contiguità mafiosa. Il commissariamento dell’ente tuttavia non ha rappresentato, allo stato attuale, un momento di riscatto e benessere per la nostra città che continua a rimanere ostaggio di quelle criticità che nel corso degli ultimi anni l’hanno resa invivibile, come l’emergenza rifiuti in primis, ma anche l’emergenza sanitaria e quella occupazionale”.

“Qualora fosse prorogato il commissariamento, Gioia Tauro andrà al voto nella Primavera del 2019. Ci chiediamo come precisamente lo Stato stia agendo per riconsegnare alla democrazia una città martoriata, perché allo stato attuale tranne manovre poco chiare e criticabili avvicendamenti i cittadini vivono un sentimento di rassegnazione e soprattutto di titubanza nei confronti di chi dovrebbe invece garantire la vivibilità della città e la dignità di ognuno. Se queste sono le premesse – conclude l’esponente di CasaPound – non possiamo non chiederci con che coraggio si continui a raffigurare Gioia Tauro come un centro insofferente alle Istituzioni”.

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