ITIS di Polistena contro l’omofobia: presentato il libro “Volevo essere la Barbie”

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La scuola accoglie Davide Sgrò, attivista LGBTQ+, per discutere di diritti e rispetto dell’altro

L’unica cosa “anormale” nella società è ancora la presenza di discriminazioni ed omofobia. Il desiderio di inclusività, di diritti e rispetto, risuona forte dall’ITIS “Michele Maria Milano” di Polistena.

L’occasione è stata fornita dalla presentazione del libro “Volevo essere la Barbie”, scritto dal giornalista Domenico Latino, che racconta la storia di Davide Sgrò, attivista LGBTQ+, che ha subito la ferocia della discriminazione.

Nell’auditorium della scuola polistenese c’erano l’autore e il protagonista, così come l’editore, Marco Marchese, titolare delle “Officine editoriali da Cleto”. È stato, senza dubbio, l’appuntamento dei “caffè letterari” più sentito, partecipato e vissuto con amarezza e anche orgoglio.

L’orgoglio, espresso dai ragazzi e dalle ragazze dell’ITIS, di essere una comunità accogliente, avviata verso la piena accoglienza di istanze e diritti sociali e civili. In apertura dei lavori, l’editore Marchese ha sottolineato quanto presentare un libro così carico di vissuto in una scuola sia davvero un passo fondamentale.

Gli ha fatto eco la Dirigente Scolastica dell’ITIS, Simona Prochilo. «Questa comunità crede nei valori, ha un curricolo ricco, specialmente nell’Educazione Civica, ogni giorno veicoliamo messaggi chiari di inclusione, di lotta alla discriminazione.

La scuola ha una funzione fondamentale, educativa ma anche promotrice di percorsi sull’affettività, sulla tutela dei diritti di tutti, sulla libertà di essere felice e amare chi si vuole». Il racconto, crudo, attuale e doloroso, della vita di Davide e della sua scelta di fare coming out e delle conseguenze, è toccato a Domenico Latino.

Il giornalista è entrato nelle pieghe degli atti d’odio subiti da Davide, sulla difficoltà della comunicazione persino in famiglia. Il dibattito successivo ha prodotto una fiume di domande per il protagonista: le studentesse e gli studenti sono intervenuti e hanno costruito un dialogo serrato, ricco di spunti.

Davide Sgrò è parso a suo agio, «sorpreso e gratificato da come questa scuola mi ha accolto», ma fermo nell’affermare un principio forte: «se doveste trovarvi nella mia situazione, non fatevi mai una colpa per la persona che siete, abbiate la forza di andare avanti, di ignorare la cattiveria gratuita e, se potete, provate a ribattere alle ingiurie con lo scherzo, con la provocazione».

Una lezione di vita, una prova di autentica resilienza, in un lungo botta e risposta moderato dal docente Domenico Mammola. Tra il pubblico anche la garante regionale del diritto alla salute, Annamaria Stanganelli, che ha voluto inquadrare la questione dell’odio e delle minacce come un dramma che incide anche sull’equilibrio delle persone bersagliate. Il dibattito si è concluso con un forte abbraccio a Davide, un supporto deciso a non farsi ferire dagli odiatori seriali. Ma il messaggio finale è stato anche che la società deve far maturare gli anticorpi giusti: promozione di diritti civili, educazione nelle scuole e cambio di paradigma nella società. Affinché non ci siano tifoserie rumorose, ma che tutti giochino nella stessa squadra.

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