L’Apocalisse del Sisma nel Centro Italia : Abruzzo simbolo dolente di una calamità interminabile.

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Strazio, dolore nonchè angoscia e disarmo per un vero e proprio cataclisma abbattutosi in una notte di mezza estate presso il centro del nostro paese, che pare dopo di allora non voler scemare; dopo quel giorno infausto di agosto, si sono susseguiti sismi su sismi più o meno forti, più o meno intensi che hanno causato lesioni e detrimenti ad un luogo oramai segnato dalla potenza distruttrice della natura con le sue calamità. Cattedrali obliterate crepate e ridotte a brandelli, stalle ed esercizi commerciali chiusi. Sgomenta e attonita la gente “costretta” a vivere di stenti e con timori reverenziali, che tutto ciò possa di nuovo accadere e nuovamente restare più di quanto non lo sia già, scorticata nell’animo oramai fragile e teso. Scorrono le giornate nei prefabbricati in attesa degli chalet, cassette più accoglienti in legno ove potere ricyominciare a “rinsavirsi”, provando a ricominciare a vivere . Ed ecco dopo giorni di quiete apparente con sismi minori, riapparire il “mostro della distruzione”. Lì sempre lì in Abruzzo, laddove c’è freddo e neve, ghiaccio nell’animo e speranza di poter ripartire. Stavolta sul Gran Sasso con tre-quattro scosse all’incirca comprese fra i 5 a e i 5.4 quattro gradi della scala Ritcher. Oltre ad un ammanto macerato di monumenti in molteplici centri per fortuna, dalle prime notizie giunte pare ci siano pochi feriti e nessun morto. Già pare perchè la tragedia non cessa, anzi cancella persino uno degli alberghi più noti del “Gran Sasso”, ovvero il Rigopiano . Grida di aiuto si levano dal manto innevato, come testimoniato da alcuni presenti e pare che le stesse grida inizialmente siano state ignorate. Le reti stradali inaccessibili, non consentono l’immediatezza dei soccorsi e si levano polemiche. Lì sotto l’albergo distrutto, sono stati rinvenuti due superstiti, e recuperati purtroppo quattro corpi privi di vita . Pare nell’albergo, vi fossero al momento del sisma secondo il responsabile dello stesso, trentacinque clienti tra cui sei-sette bambini. Ed ecco levarsi le polemiche sui soccorsi non immediati. Ma la gente che soffre, e quei soccorritori che di volta in volta accorrono a scavare, nelle coltri innevate li dimentichiamo? . In una tragedia Greca come questa, l’unico insegnamento da trarre è prevenire  per quanto possibile con edifici anti-sismici, e il fatto che la natura se si vendica sa essere veramente “bruta e maligna”.
Francesco Grossi

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