La Cgil calabrese bacchetta le ex amministrazioni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando. Il sindacato storico della sinistra ha dimostrato lucidità di giudizio e anche grande coraggio, soprattutto sulla valutazione di Rosarno, dopo il dimissionamento di Elisabetta Tripodi. Nessun timore reverenziale per una ex sindaca che ha ricevuto grande solidarietà per la sua cacciata democraticamente avvenuta con le dimissioni della minoranza e di una consigliera di maggioranza. La Cgil si è sforzata di stare ai fatti, e questi fatti – come qualcuno definirebbe ostinati – portano la sigla sindacale a bocciare la Tripodi, l’ex sindaco gioiese Renato Bellofiore e l’ex sindaco sanferdinandese Domenico Madafferi. «Tre sindaci e tre amministrazioni che potevano, e anzi dovevano, dare un contributo diverso e importante per lo sviluppo della Piana e della Calabria. Spesso, però – spiegano le segreterie regionale e pianigiana della Cgil – abbiamo finito per polemizzare anche pesantemente su fatti che riguardano proprio lo sviluppo e la democrazia». Accuse, dunque, gravi sulla vicenda del trasbordo delle armi chimiche a Gioia, quando «i tre sindaci si misero a cavalcare un inesistente malcontento popolare ed una ridicola paura che, unita alla prima sconcertante posizione dell’ex Presidente della Regione Scopelliti, ne evidenziava uno scadente livello istituzionale». Stessa critica sul rigassificatore e sulla gestione dell’emergenza migranti. «Insomma, crediamo che le amministrazioni comunali si giudicano dai fatti e dal ruolo svolto per gli interessi generali delle comunità che amministrano. Ecco, da questo punto di vista il giudizio che abbiamo espresso nel passato lo riconfermiamo per intero anche alla luce della vicenda di Rosarno». Sul comune medmeo, inoltre, la Cgil non si trincera su solidarietà di facciata o buonismo a piene mani, spiegando che «l’ex sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, è stata mandata a casa dopo le dimissioni di undici consiglieri comunali e dopo una forte incrinatura dei rapporti all’interno della sua stessa maggioranza con le dimissioni, oltre un anno fa, di due donne consigliere del Pd. Nel merito, invece, non ci esprimiamo. Sono dinamiche che appartengono a quel comune, alle forze politiche e sarà compito degli undici consiglieri dire non solo ai rosarnesi ma a tutti i calabresi i motivi della loro iniziativa». La pietra tombale sulle esperienze politiche dell’area portuale, il sindacato la riserva alla fine del comunicato. «Resta, per noi, un giudizio negativo su quelle tre amministrazioni per l’insufficiente ruolo avuto nel contribuire a dare una prospettiva industriale e agricola al territorio». Bocciatura netta, quindi, e a prescindere dal merito delle questioni interne a Rosarno, Gioia e San Ferdinando, la Cgil ha dimostrato di essere svincolata dall’istinto della genuflessione per l’antimafia, ed anzi nella valutazione critica non ha guardato in faccia nessuno.
Domenico Mammola