Dopo la moglie di Danilo D’Amico anche Giusy, la figlia di Francesco Antonio Tocco ha voluto spiegare il perchè della protesta di stamattina innanzi al Tribunale di Palmi, dopo la sentenza emessa nell’ambito del processo denominato Califfo.
Di seguito le sue dichiarazioni
“Mio padre sono 2 e 5 mesi che si trova recluso in carcere. Ancora non ho capito perché io e i miei fratelli più piccoli siamo costretti a stare lontani da lui, un uomo che ha sempre trasmesso noi i valori più importanti, lavorando sempre con tanti sacrifici. Tutti i miei compaesani conoscono e sanno chi è mio padre. Non mi sarei mai aspettata di dover passare così tanto tempo lontano da lui , ho anche delle sorelle più piccole di 10 e 9 anni che stanno soffrendo tanto, soprattutto perché sono in un periodo in cui hanno davvero bisogno della figura di un padre nella loro crescita. Io mi sento in dovere di protestare, credo che “la legge non sia uguale per tutti” perché se lo fosse mio padre non sarebbe in carcere, ma so che esiste una giustizia che è quella divina e prima o poi tutti dovranno andare di fronte ad un giudice che li giudicherà per quello che sono realmente. Durante un’udienza del processo anche un ufficiale dei carabinieri ha ritenuto opportuno che non fosse necessario indagare su mio padre, non sono state trovate prove riconducibili ad un suo coinvolgimento, ne intercettazioni né nulla. E’stato condannato anche lui a più di 13 anni più 3 di sorveglianza .Se io avessi saputo che mio padre fosse stato colpevole oggi non sarei qui a metterci la faccia ed espormi, non è giusto che io come i miei fratelli , dobbiamo stare lontano da lui , sulla base di un nulla, per questo sono qui per una protesta pacifica.
Queste le dichiarazioni di Giusy Tocco, che vengono riportate integralmente e senza commenti o interpretazione alcuna.