La nutrizionista risponde: Olio di palma, si o no?

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Gentile dottoressa,

Ultimamente sento spesso parlare della questione olio di palma; ho appreso dai media che parecchie fabbriche alimentari addirittura non ne fanno più uso nei loro prodotti, marchi italiani noti soprattutto. Ma è davvero così dannoso per la salute? Ho due bimbi piccoli e vorrei avere qualche delucidazione a riguardo.

Rossella

 

Ciao Rossella,

l’olio di palma è un additivo alimentare utilizzato da moltissime aziende alimentari nella quasi totalità dei prodotti confezionati. I vantaggi che lo rendono utilizzabile su una cosa vasta scala sono diversi: ha un bassissimo costo, resiste alle alte temperature e all’irrancidimento rendendo così il prodotto durevole nel tempo, dà struttura, consistenza e cremosità, è insapore, inodore ed incolore.

Ma perché proprio l’olio di palma e non un altro grasso? L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reputato più pericoloso utilizzare grassi, come ad esempio le margarine, fonte certa di composti nocivi per il nostro organismo, piuttosto che un olio vegetale come quello di palma: quindi il suo utilizzo ha lo scopo di evitare che sulla nostra tavola finisca di peggio.

Oggi l’olio di palma viene tanto demonizzato ed accusato di essere causa delle più gravi patologie: danni al sistema circolatorio, obesità, diabete di tipo 2 e addirittura cancro.

La domanda da porsi è: esistono studi scientifici che provano questi effetti? No, ma è importante chiarire alcuni concetti.

L’olio di palma è costituito da acidi grassi saturi (palmitico, stearico e laurico) e tutti sanno che questi, per loro natura, aumentano il colesterolo provocando danni ad arterie e cuore. Non solo, un eccessivo consumo di grassi provoca un aumento del peso corporeo e così obesità. Ma questi sono problemi che riguardano tutti i grassi saturi e non solo l’olio di palma: se, ad  esempio, prepariamo una ciambella e utilizziamo il burro, questa farà tanto male quanto un prodotto confezionato con olio di palma. Piuttosto dovremmo preoccuparci di altri additivi alimentari come ad esempio edulcoranti e coloranti, prodotti che rappresentano un comprovato pericolo per la salute e che normalmente non utilizziamo nelle preparazioni casalinghe. Da questo punto di vista è da preferire un dolce fatto in casa rispetto ad una merendina confezionata.

Per quanto riguarda le accuse di cancro e diabete, non esistono studi scientifici che ne dimostrano la fondatezza. Ma allora perché viene demonizzato così tanto?

La produzione di olio di palma sta provocando notevoli danni ambientali: deforestazioni insostenibili che danneggiano ecosistemi e mettono a repentaglio la sopravvivenza di molte specie animali. Per questo molti ambientalisti hanno lottato per ridurre questo fenomeno e le voci sui presunti effetti dannosi dell’olio di palma non sono altro che un voler calcare la mano per demonizzare ulteriormente un prodotto altrettanto dannoso quanto altri grassi saturi, come un voler spostare l’attenzione del consumatore su un problema inesistente per combatterne uno verso il quale, magari, lo stesso consumatore sarebbe meno sensibile. Questo innesca un circolo attraverso il quale le case di produzione si arricchiscono, avvalendosi di una voce infondata e vendendo così più prodotti in quanto sostenitori della politica “no all’olio di palma” fortemente voluta dai consumatori, che spesso non ne conoscono nemmeno le ragioni.

Con questo non voglio dire che può dare ai suoi figli prodotti contenenti olio di palma ma che tutto è da rapportare sempre alla quantità complessiva dei grassi presenti nell’intera dieta. Gli effetti non sono relativi solo all’olio di palma, ma sono da estendere a tutta la categoria dei grassi saturi (burro, margarina, strutto ecc.).

Quindi l’olio di palma fa male così come fanno male tutti i grassi saturi e, per tanto, va consumato con moderazione.

Piuttosto, ci terrei a ricordarle che l’olio di palma non è solo presente nei prodotti confezionati, ma viene utilizzato anche da molti ristoranti, rosticcerie e similari per le fritture. Quindi nel resoconto dell’apporto di grassi saturi giornaliero, tenga conto anche di questi eventuali alimenti fritti.

Dott.ssa Lorena Muzzupappa

zmedica@zmedia.it

 

 

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