Ciao, piacere X, ti ho notata tra le amicizie virtuali della mia carissima amica Y e siccome sei una bella ragazza mi piacerebbe conoscerti”. Questo è uno dei tanti approcci che, nell’era dei social network, testimonia il profondo cambiamento delle modalità di “adescamento” . Un’arma a doppio taglio poiché, pur dovendo ringraziare i Social Network per aver accorciato le distanze e permesso di conoscere nuove persone e situazioni con un semplice click, ha anche contribuito a creare quel mondo virtuale in cui raramente si conosce una persona così com’è. Ognuno, conscio dei propri difetti e dei propri limiti, ha la possibilità di mostrare solo ciò che ritiene positivo sia a livello caratteriale che a livello fisico. L’unità di misura della notorietà si configura nel “Mi Piace” che è oramai diventato un’ossessione, ecco quindi l’utente medio che, dopo accurate indagini sociologiche fatte in casa, si pone in modo di essere apprezzato dalla comunità virtuale, e questo comportamento, moltiplicato, favorisce l’omologazione delle persone a discapito dell’individualismo. In questa giungla virtuale nascono e muoiono spesso amori, amicizie e conoscenze, mentre nel mondo reale sono oramai pochi eletti a tentare la socializzazione, si preferisce scoprire il nome di qualcuno per poterlo poi raggiungere sempre virtualmente piuttosto che sfruttare l’occasione per parlarci occhi negli occhi. Riferendosi alla bomba atomica il fisico Albert Einstein disse: “Il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo”, lo stesso assunto si potrebbe utilizzare per i Social Network: “Il problema oggi non è il Social Network, ma il cuore dell’uomo”, che spesso purtroppo utilizza la tecnologia e l’innovazione in maniera malsana, e senza rendersene conto sta facendo perder senso alla vita. Questa nuova schiavitù, che qualcuno individua in un chiaro disegno per tener sotto controllo le masse, ha creato un mondo diverso, migliore o peggiore non sta a me dirlo, di sicuro nessuno si sarebbe aspettato fino a qualche decennio fa orde di persone armate di cellulare e pronte a filmare tutto, a mettere in ridicolo sé stessi e gli altri per un briciolo temporaneo di gloria, a perdere di vista tutto ciò che ci circonda che semmai è diventato unicamente utile per riempire i 5 pollici del nostro smartphone con una nuova immagine virtuale, insapore ed inodore.
Christian Carbone